Edizioni Ex Libris pubblica le “Novelle brevi di Sicilia” adottate dai “LICEI I.I.S. CIPOLLA PANTALEO GENTILE” di Castelvetrano I proventi per la quota dell’autore andranno all’Istituto Scolastico di Castelvetrano per organizzare eventi letterari

La Casa Editrice Ex Libris dell’editore palermitano Carlo Guidotti ha pubblicato la XI edizione delle “Novelle brevi di Sicilia” all’interno di un progetto editoriale nuovo e interessante: tutti i proventi delle vendite, per la quota spettante all’autore, andranno al Complesso dei “LICEI I.I.S. CIPOLLA PANTALEO GENTILE” di Castelvetrano e saranno utilizzati dalla Dirigente Scolastica, Dott.ssa Gaetana Maria Barresi, per organizzare e promuovere eventi letterari e culturali in favore degli studenti dell’Istituto scolastico castelvetranese.

L’altro aspetto interessante di questo innovativo progetto editoriale è che la Prefazione di questa edizione di Ex Libris è stata scritta proprio dagli studenti del Complesso dei “LICEI I.I.S. CIPOLLA PANTALEO GENTILE”, e in particolare della classe IV C del Liceo delle Scienze Umane; così come la copertina che è stata creata e disegnata dai ragazzi dello stesso Liceo coordinati dal Prof. Melchiorre Leggio.

Questa iniziativa, voluta dalla Dirigente Scolastica Dott.ssa Gaetana Maria Barresi e accolta senza esitazione dall’editore palermitano Carlo Guidotti, con l’immediata concessione dei diritti non esclusivi dell’autore, non fanno che confermare quanto le “Novelle brevi di Sicilia”, come le ha presentate Rai Radio 1 nella puntata di “Auditorium” del 31 maggio 2023, siano diventate un vero e proprio “caso letterario italiano”; e sembrano al contempo confermare quanto questi brevissimi racconti siano divenuti “la più grande collezione di piccoli morceaux siciliani” come le ebbe a definire il “Giornale di Sicilia” in un articolo dell’8 febbraio 2021.

Questa edizione delle Novelle brevi di Sicilia vede la Prefazione di Sara Favarò, notissima antropologa, artista, scrittrice e giornalista palermitana, che il 27 dicembre del 2021 è stata nominata, con decreto del Presidente della Repubblica, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, che scrive: «È un testo originale e appassionante che narra scorci di Sicilia e di profili di gente talvolta semplice e altre colta, con le loro virtù e i loro difetti, con il loro orgoglio e la loro umiltà, con la loro forza e la loro fragilità. Le “Novelle” di Andrea Giostra sono tessere del microcosmo siciliano, parti di un tutt’uno: il grande mosaico della vita. Un libricino che si legge in meno di un’ora e che ti genera un irresistibile desiderio di venire in Sicilia, se non ci sei mai stato, o di ritornare se l’hai lasciata per lavoro o nel passato ci hai già passato una meravigliosa vacanza».

 

Sinossi:

Quelle che leggerete sono delle novelle brevi, anzi, brevissime, di vita di Sicilia, di vita di siciliani, di vita vera e raccontata spontaneamente senza mediazioni linguistiche; che non vogliono rappresentare metafore o meta-significati. Sono delle piccole storie e rappresentano quello che dicono, quello che leggerete. Rappresentano la mia esperienza diretta, vissuta in prima persona e che ho scritto di getto tra il 2007 e il 2010 con il mio vecchio Nokia E90, oggi da museo di archeologia informatica. Il senso, la morale, se c'è un senso o una morale da dare, li darà il lettore che le leggerà.

 

I NUMERI DELLE “NOVELLE BREVI DI SICILIA”:

9 = Le Case Editrici che hanno pubblicato le Novelle

40 = Gli artisti (attrici e attori) che hanno letto una o più Novelle

150 = Le recite e interpretazioni degli artisti che hanno letto le Novelle

oltre 700 MILA = Le persone che hanno letto o ascoltato la recita di almeno una Novella

oltre 150 = Le recensioni che hanno avuto le Novelle da parte di lettori, scrittori e critici letterari

oltre 100 = Le interviste di Andrea Giostra sulle Novelle e sui suoi scritti

Fondazione Sicilia, dal cemento al verde e alla cultura nasce il Museo Giardino Santa Rosalia

Il progetto, firmato dallo studio MCA – Mario Cucinella Architects, è stato reso possibile grazie all’approvazione da parte del Comune della variante urbanistica in deroga al Piano regolatore

Uno spazio verde, e al tempo stesso un museo e un luogo di riscatto. Il Museo Giardino Santa Rosalia nascerà dalla demolizione dell’edificio abbandonato di piazza Guzzetta, tra alberi da frutto, esposizioni temporanee e attività culturali.

Il modo migliore, per fare emergere il valore della cultura nei suoi luoghi naturali, come accadeva nelle dimore di delizia gli antichi “sollazzi” arabo-normanni.

È stato presentato questo pomeriggio a Palazzo Branciforte il Museo Giardino Santa Rosalia, nato dall’iniziativa della Fondazione Sicilia dopo che, nei giorni scorsi, il consiglio comunale di Palermo aveva approvato la variante urbanistica in deroga al piano regolatore.

Alla presentazione hanno partecipato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, l’assessore comunale alla Rigenerazione urbana, Maurizio Carta, la soprintendente ai Beni culturali e ambientali di Palermo, Selima Giuliano, il presidente del Consiglio comunale, Giulio Tantillo, e gli architetti Mario Cucinella, fondatore e design director di MCA – Mario Cucinella Architects, e Marilena Baggio, fondatrice di Greencure Landscape & Healing Gardens.

“L’amministrazione ha fortemente voluto la realizzazione del progetto proposto dalla Fondazione Sicilia – dice il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla - per ampliare la superficie museale attraverso un nuovo spazio da destinare a mostre temporanee. È importante per noi sposare il nuovo polo museale, progettato dallo studio Mario Cucinella Architects, perché propone di arricchire il centro storico di Palermo con un segno contemporaneo di rigenerazione urbana. Siamo riusciti a concretizzare un nuovo proficuo rapporto tra pubblico e privato. Ringraziamo il presidente della Fondazione, Raffaele Bonsignore, e il Consiglio di amministrazione per aver inaugurato una nuova stagione urbanistica di altissimo livello architettonico. Il progetto di MCA, infatti, è un gioiello di architettura contemporanea sensibile alle identità culturali e urbanistiche della città”.

"Oggi – commenta il presidente della Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore – è un giorno importante per la città di Palermo: grazie alla decisione della Giunta e del Consiglio comunale nascerà nel centro storico un nuovo spazio espositivo. Si tratta della prima delibera comunale che, nel riconoscere la pubblica utilità di un’opera che verrà realizzata dalla Fondazione Sicilia, concede la possibilità a un privato di intervenire nel centro storico di Palermo in deroga al piano regolatore. Un’operazione che, oltre a rigenerare e riqualificare un quartiere, ha un forte valore simbolico: verde, cultura, sostenibilità sostituiscono finalmente cemento e degrado. La Fondazione ha, infatti, recuperato un immobile da anni abbandonato e, dopo l’intervento urbanistico dell’architetto Mario Cucinella, lo restituirà alla città, così donando un nuovo spazio espositivo che prenderà il nome di Museo Giardino di Santa Rosalia. In occasione dei 400 anni dal ritrovamento delle spoglie della nostra patrona, abbiamo voluto dedicarle il nuovo museo-giardino, anche perché dialogherà con il Monte dei pegni di Santa Rosalia di Palazzo Branciforte”.

L’architetto Mario Cucinella racconta: “Il progetto intende arricchire il centro storico di Palermo con un segno contemporaneo di rigenerazione urbana, rispettoso dell’identità culturale e architettonica della città. Una teca trasparente, aperta alla comunità e in dialogo con il quartiere circostante, sormontata da un giardino pensile ispirato a quelli arabo-normanni: il nuovo Museo Giardino Santa Rosalia non è solo concepito come uno spazio espositivo, pensato per migliorare la fruizione dei beni e delle attività museali, ma anche come luogo di incontro e accoglienza dove sperimentare nuove modalità di relazione tra istituzione culturale e cittadini.”

 

Museo Giardino Santa Rosalia, il nome

Ha il nome della patrona di Palermo, il Museo Giardino Santa Rosalia, in un gioco colmo di rimandi: il 2024 è il quattrocentesimo anno dal rinvenimento delle spoglie della Santa, a cui la Fondazione ha dedicato due emozionanti mostre-evento: Le estasi di Rosalia, a Villa Zito e Rosalia 400, a Palazzo Branciforte.

Ma alla Santuzza è legato a doppio filo, tanto da portarne il nome, anche quel Monte dei Pegni custodito da Palazzo Branciforte e denso di storie che si intrecciano con la Storia. Era proprio al Monte Santa Rosalia, in quel labirinto di legno e di scale, che i poveri andavano a impegnare i loro ultimi averi, spesso alla volta dell’America, per sfuggire alla miseria e alla fame. Oggi il Monte dei Pegni è teatro di mostre e allestimenti, di percorsi sonori e visuali: come un conforto a tanto dolore.

 

Sulle orme della Palermo verde dei “sollazzi” arabo-normanni

Il nuovo Museo Giardino Santa Rosalia si inserisce all’interno di un percorso virtuoso della Fondazione Sicilia che, nel corso degli anni, ha dato vita ad attività culturali di grande valore nella città di Palermo.

Il progetto risponde a una duplice esigenza: ampliare la superficie museale di Palazzo Branciforte attraverso un nuovo edificio da destinare alle mostre temporanee e, al tempo stesso, dare vita a un nuovo polo culturale aperto alla città e al quartiere.

La nuova ala museale – con i suoi spazi suggestivi e accoglienti – sarà, dicono dallo studio MCA – Mario Cucinella Architects, concepita come una “teca aperta alla città sotto un giardino pensile”.

Una tradizione, quella dei giardini, emersa ben prima della progettazione del Museo Giardino Santa Rosalia che restituisce l’immagine di una Palermo rigogliosa di verde. Il pensiero va ai “sollazzi”, le antiche dimore di delizia arabo-normanne, circondate da magnifici parchi, oppure ai “salotti verdi” del Settecento e dell’Ottocento, in città, nella Conca d’oro.

“Queste tracce storiche – prosegue il team di MCA - sono state la guida per la progettazione della copertura pensile del nuovo edificio museale: oggi la zona circostante il Palazzo Branciforte è densamente costruita, ma proprio per questo l’intervento può diventare la matrice generante di un corridoio ecologico che la connetta con le altre aree verdi della città”.

Il giardino pensile ospiterà specie vegetali profumate e colorate nelle diverse stagioni: una piccola oasi urbana densa di piante ombra e alberi da frutto, ispirata proprio ai giardini arabi della Sicilia.

MATRANGA & MINAFÒ CERCANO NUOVI COMICI: AL VIA I CASTING NELLE SCUOLE Il duo comico siciliano è a caccia di nuovi talenti, di ogni tipo. Doppio appuntamento negli istituti Mamiani ed Einaudi-Pareto. L’iniziativa, aperta a tutte le scuole dell’Isola, parte il 15 aprile. “Non serve esperienza, solo tanta voglia di divertirsi”

A scuola di cabaret con Matranga & Minafò. Il duo comico cerca i nuovi talenti di Sicilia Cabaret tra gli studenti siciliani. I primi casting, che saranno aperti a tutti gli istituti scolastici dell’Isola, saranno a Palermo lunedì 15 aprile alle 10 al Mamiani di via Filippo Parlatore e mercoledì 17 aprile alle 14 all’Einaudi-Pareto di via Brigata Verona. Non solo comici, ma anche cantanti e showman del palcoscenico.

Dopo l'uscita dei film "Un pugno di amici" e "Gli attassati" su Amazon Prime Video che hanno visto la partecipazione di alcuni degli attori dei programmi di Sicilia Cabaret e Made in Sud, Matranga e Minafò salgono in cattedra e aprono i provini. Con la loro casa di produzione, la Sicilia Social Star, la ricerca dei nuovi talenti è finalizzata ad avviare una carriera nel mondo dello spettacolo: i nuovi volti saranno infatti candidati a partecipare ai progetti televisivi, teatrali e cinematografici della nuova stagione targata Matranga & Minafò.

Gli studenti che vogliono partecipare ai casting possono scrivere una mail al proprio dirigente scolastico indicando nome, cognome, città di provenienza e titolo di studio, allegando eventuali attestati teatrali. Le scuole che invece desiderano aderire all’iniziativa possono mandare una mail a info@siciliasocialstar.it. “Esperienza? Non serve - dicono sorridendo Toni Mantranga ed Emanuele Minafò -. Conta solo quanta voglia c’è di salire sul palco per ridere insieme”.

MESSAGGIO DI S. E. REV.MA MONS. CORRADO LOREFICE IN OCCASIONE DEL GIUBILEO ROSALIANO

Carissime Sorelle e carissimi Fratelli,

 

lo scorso 10 luglio ha avuto inizio l’anno giubilare per celebrare il IV centenario dal ritrovamento delle reliquie della nostra Santa Patrona, Rosalia Sinibaldi. Da oltre quattro secoli, guardando il Monte Pellegrino, la nostra Città vive sotto la vigile custodia di questa donna di fede, saggia e meravigliosa. Secondo la narrazione di coloro che furono presenti allo scavo – comuni cittadini, marinari, frati – guidati da Geronima la Gattuta, il 15 luglio del 1624 da quel tumulo si sprigionò un intenso profumo di fiori che suscitò la meraviglia dei presenti. La testimonianza della vita evangelica di Rosalia, anche dopo la sua morte, ha continuato a diffondere il profumo di Gesù Cristo, il Verbo di Dio fattosi carne, nato dalla Vergine Maria, morto, risorto e asceso alla destra del Padre, nostro fratello e redentore. L’incontro con Cristo l’ha trasformata e l’ha ricolmata dell’amore traboccante e compassionevole di Dio Padre. Amore che rigenera e che spinge ad amare gli altri come siamo stati amati (cfr 2Cor 5,14; Gv 13,34; 15,13), fino al dono totale di sé, fino a trasformare la propria vita in spazio esistenziale d’amore. MESSAGGIO alla Chiesa di Palermo nell’Anno Giubilare Rosaliano per il IV Centenario del ritrovamento del corpo di Santa Rosalia 3 Nella caverna della Quisquina, Rosalia ha inciso il motivo della sua scelta: per amore Domini mei, per amore del mio Signore. È l’amore che scuote e rigenera le coscienze umane, è l’amore di Dio riversato nei cuori dallo Spirito Santo (cfr Rm 5,5) che suscita nuove relazioni umane nel segno della convivialità, della giustizia e della pace. Papa Francesco, nell’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, ha ribadito che i santi «mantengono con noi legami d’amore e di comunione» (n. 4). Questo IV Centenario del ritrovamento delle reliquie di Santa Rosalia ci chiede anzitutto di rinnovare il «legame d’amore e di comunione» con la Santuzza e, attraverso lei, tra noi; sentirla compagna nel nostro cammino di fede e di ardente e creativa carità perché nel mondo non si spenga l’amore e, quindi, la speranza. Il Giubileo Rosaliano, come ho avuto già modo di dire, lungi dall’essere una mera commemorazione o solamente un complesso di manifestazioni civili e religiose, è una preziosa opportunità di rinnovamento spirituale e umano per l’intera Città e per tutte le Comunità parrocchiali, le Comunità Religiose e le Aggregazioni laicali della nostra Arcidiocesi. Rosalia ha ancora molto da dirci come donna, cittadina e cristiana. Donna impregnata di MESSAGGIO alla Chiesa di Palermo nell’Anno Giubilare Rosaliano per il IV Centenario del ritrovamento del corpo di Santa Rosalia 4 Evangelo, si è lasciata umanizzare dalla Pasqua di Cristo, relativizzando e abbandonando la corte regale, con i suoi agi e intrighi umani, per presentarsi a Cristo come vergine casta (cfr 2Cor 11,2) nel gaudio dell’eremo nuziale dello speco della Quisquina e del Monte Pellegrino. La sua non è stata una fuga alienante, né un ripiegamento intimistico. Noi tutti la sentiamo ancor oggi presente e operante tra noi, vigile vedetta e sorella premurosa. Con la bella immagine usata da Papa Francesco, noi la percepiamo come la Santuzza «della porta accanto» (Gaudete et exsultate, 7), sempre vicina per rinsaldare in noi la passione per Cristo e il suo Regno, «dove i poveri sono beati, dove la pace è principio di convivenza, dove i puri di cuore e i piangenti sono esaltati e consolati, dove quelli che aspirano alla giustizia sono rivendicati, dove i peccatori possono essere perdonati, dove tutti sono fratelli» (Paolo VI, Omelia, Manila, 29 novembre 1970). Rosalia è testimone credibile che assicura, ancor oggi, che siamo popolo amato e visitato dalla misericordia del Padre. Nel 1624, come si legge dai racconti del tempo, la nostra santa è stata un’instancabile ‘bella samaritana’, apparendo in sogno ai ricoverati nei lazzaretti, consolando gli appestati, facendosi ‘apostola’ di una bella notizia: “il Cielo non si è dimenticato di noi”. E grazie a lei la città di MESSAGGIO alla Chiesa di Palermo nell’Anno Giubilare Rosaliano per il IV Centenario del ritrovamento del corpo di Santa Rosalia 5 Palermo ha ascoltato quella voce che dal cielo ricordava: “nessuno si salva da solo”. Gli onori che vengono tributati ogni anno a S. Rosalia col Festino ravvivano la bellezza del vivere insieme, come comunità inclusiva aperta a tutti, perché tutti siamo immagine dell’unico Dio, figli dell’unico Padre, fratelli e sorelle tutti. Camminando insieme e nell’ascolto reciproco si cresce per rigenerare insieme le nostre città. Rosalia ci porta a Cristo. Da lui continua a sprigionarsi una forza che sana tutti (cfr Lc 6,19). Attraverso la presenza delle sue reliquie, la nostra Santuzza ci vuole ‘contagiare’ dell’amore di Dio e del prossimo per liberarci dalla pandemia devastante della sclerocardia, dell’indurimento dei cuori (cfr Mc 10,5; Ef 4,18) e dal dilagare dell’iniquità, che in molti ha raffreddato l’amore (cfr Mt 24,12). Vuole risvegliare in noi una più autentica religiosità, come quella trasmessaci lungo i secoli dai nostri padri e dalle nostre madri, che alimenta una grande passione morale, per il bene, per ciò che è giusto, facendo nostra la sofferenza degli uomini e delle donne, specialmente dei piccoli, delle persone fragili e dei poveri. Come affermavo nel Discorso alla città a Piazza Marina durante la processione di quest’anno, «per vivere i festeggiamenti di Santa Rosalia con consapevolezza e pienezza, e non con l’atteggiamento di una massa anonima MESSAGGIO alla Chiesa di Palermo nell’Anno Giubilare Rosaliano per il IV Centenario del ritrovamento del corpo di Santa Rosalia 6 spinta dall’abitudine o dalla convenzione, dobbiamo confrontarci ancora una volta con la domanda di fondo: […] Come mai un corpo morto da più di otto secoli promana vita? […] Il corpo di Rosalia Sinibaldi è vivo perché lei, essendo autenticamente e gioiosamente cristiana, lo ha nutrito con il corpo di un Morto Risorto, con il Corpo di Gesù di Nazareth. Si è nutrita del sacramento dell’Eucaristia […]. Egli è risorto per restare – lungo i secoli – vicino a noi, per nutrirci, per consegnarci il segreto di una gioia senza fine e di una vita piena. […] Egli è vivo, è accanto a noi, è il nostro compagno di viaggio, è il maestro, il vero esperto di umanità e di felicità, che ci invita ad andare a lui. È lui che rende santi, ovvero realizza, fa felice la vita di coloro che gli si affidano. Egli ci ha amati e ci ama anche tramite Rosalia». In questo cammino giubilare della nostra Chiesa con Rosalia verso Cristo, insieme ai fratelli e alle sorelle con i quali condividiamo la vita nelle nostre case e nelle nostre città, desideriamo porre alcuni segni giubilari. Anzitutto i pellegrinaggi nei luoghi giubilari stabiliti dalla Penitenzieria Apostolica (Cattedrale e Santuario di Monte Pellegrino), sia quelli personali e con le nostre famiglie, sia quelli in cui vivremo il segno del ‘con-venire’ delle Comunità parrocchiali dei sei Vicariati nella chiesa MESSAGGIO alla Chiesa di Palermo nell’Anno Giubilare Rosaliano per il IV Centenario del ritrovamento del corpo di Santa Rosalia 7 Madre della nostra Arcidiocesi. Ci ritroveremo in assemblea per «attuare l’opera di salvezza mediante il sacrificio e i sacramenti attorno ai quali gravita tutta la vita liturgica» (Sacrosanctum concilium, 6) e per gustare la comunione dei Santi, particolarmente con S. Rosalia. Oltre al pellegrinaggio dei Vicariati verso la Cattedrale, un altro segno sarà la peregrinatio del busto-reliquiario di Santa Rosalia nelle parrocchie dell’Arcidiocesi. Opportunità preziosa per rinsaldare la vita di fede, riscoprire la chiamata alla santità e la responsabilità di costruire la città degli uomini, insite nella rinascita battesimale. Occasione propizia per prepararci a vivere, con le altre diocesi italiane, la 50ª Settimana Sociale dei Cattolici e, con tutta la Chiesa, il Giubileo del 2025 che ci vedrà, a nostra volta, pellegrini di speranza. Ovviamente, segno per eccellenza sarà la pratica del comandamento dell’amore vicendevole: amatevi ‘come’ io ho amato voi (cfr Gv 13,34), e le opere di carità che mettono al centro della nostra vita personale, familiare e comunitaria i poveri, prediletti del Signore. Consegno alla Comunità diocesana queste preziose opportunità di grazia che saranno articolate attraverso l’apposito programma. Non posso che auspicare l’intensa predisposizione interiore perché questo Giubileo Rosaliano rinsaldi la fede, rinnovi la speranza, dia vigore alla carità e rinvigorisca la vita fraterna. Solamente una Chiesa capace di mettere a frutto le virtù teologali sarà capace – come ci sta esortando il Sinodo dei Vescovi e il Cammino sinodale Diocesano – di comunione, di partecipazione e di missione, per condividere la bella testimonianza del Vangelo di Cristo anche in questo nostro complesso cambiamento epocale. Rosalia, pellegrina di speranza, donna coraggiosa, fortemente innamorata di Cristo, continui a camminare in mezzo a noi, per infondere (in noi) e diffondere (attraverso di noi) quell’amore che è capace di trasformare il mondo in Casa comune fraterna.

 

Tutte e tutti vi stringo in un abbraccio benedicente.  

400° FESTINO DI SANTA ROSALIA

Su iniziativa del senatore Raoul Russo, la Sala “Caduti Nassirya” di Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica italiana, ospita la Presentazione del 400° anniversario del Festino di Santa Rosalia 1624-2024, alla presenza del sindaco del Comune di Palermo, Roberto Lagalla, dell’assessore alla Cultura, Giampiero Cannella. Quest’anno ricorre, infatti, il quattrocentesimo anniversario dal ritrovamento del corpo miracoloso di Santa Rosalia, patrona della città di Palermo. Simbolo di rinascita e di speranza, la Santuzza sarà celebrata con un ricco calendario di eventi e iniziative culturali che, a partire da maggio, andrà avanti sino ai primi mesi del 2025 coinvolgendo tutto il territorio metropolitano del capoluogo siciliano.

 

«Quest’anno Palermo festeggerà un viaggio iniziato nel 1624 che oggi compie 400 anni di storia e tradizioni. Abbiamo deciso di farlo attraverso un ricco calendario di eventi culturali e spettacoli che avrà inizio il 26 maggio, con la benedizione a Monte Pellegrino della nuova raffigurazione scultorea della Santa. Ringrazio il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, e il senatore Raoul Russo per avere ospitato in questa prestigiosa sede istituzionale la presentazione nazionale del quattrocentesimo anniversario del Festino, per la prima volta a Roma, in Senato. Già domani, insieme alla Regione Siciliana, saremo invece a New York, presso la sede del Consolato italiano, per raccontare Palermo e le attività previste per l’anno rosaliano. È certamente un’occasione di rilancio turistico per la nostra città che con una rinnovata identità metropolitana, di respiro internazionale, si racconterà al mondo in modo nuovo. Questa amministrazione, in sinergia con il governo regionale e nazionale, ha lavorato per fare in modo che Palermo fosse pronta a questo importante appuntamento e quindi ad accogliere il notevole numero di visitatori che arriverà nel capoluogo siciliano a partire dalprossimo mese». Così dichiara il sindaco del Comune e della Città Metropolitana di Palermo, Roberto Lagalla.

 

«Sarà un intenso anno di festeggiamenti dedicato a Santa Rosalia che vede la partecipazione attiva e sinergica di tutto il territorio. Abbiamo infatti lavorato al programma delle attività grazie al supporto della Curia e alla condivisione delle iniziative con le istituzioni, le Fondazioni, gli ordini professionali, le associazioni culturali, il mondo dell’impresa e dell’artigianato che hanno voluto contribuire a questa dedica corale allacittà di Palermo e alla sua Santa Patrona. Una dedica che la città rivolge anche a se stessa e al lavoro che è stato fatto per raccontare la sua straordinaria storia, tra arte, cultura e tradizioni coinvolgendo anche le periferie cittadine». Così dichiara l’assessore alla cultura del Comune di Palermo, Giampiero Cannella.

 

A conclusione della presentazione, il monologo dell’attore palermitano Salvo Piparo dedicato a Santa Rosalia.

 

Gli Eventi

Il Comune e insieme la Città Metropolitana di Palermo presentano un fitto calendario di intrattenimento tra spettacoli, mostre, concerti,percorsi enogastronomici, convegni e cammini spirituali attraverso cui la città di Palermo e il suo territorio si racconteranno ai visitatori durante l’anno rosaliano. Una narrazione a più voci che renderà omaggio all’inestimabile patrimonio culturale, storico e paesaggistico di Palermo, abbracciata dal mare e protetta da Monte Pellegrino, dove risiede il santuario di Santa Rosalia, rinomata meta di pellegrinaggio per i fedeli. 

L’appuntamento con la tradizione arriva il 14 luglio con “Il Festino di Santa Rosalia”: quattro tappe nel cuore di Palermo tra immagini, musica, esibizioni artistiche evocative dedicate alla Santuzza che sfila a bordo di un Carro allegorico che quest’anno racconterà la Speranza attraverso spettacoli inediti e di grande attrazione. Ogni anno migliaia di fedeli e visitatori arrivano da tutto il mondo per partecipare al corteo che inizia il suo percorso da Palazzo Reale, per poi sostare davanti la Cattedrale, attraversare i Quattro Canti e giungere sino a Porta Felicedove si svolge lo spettacolo finale, concluso dai tradizionali fuochi d’artificio. Il giorno dopo, 15 luglio, invece si svolge la Solenne processione lungo in Cassaro nel giorno del ritrovamento delle spoglie mortali della Santuzza (15 luglio 1624). "L'acchianata delle Rosalie" si percorre nella notte tra il 3 e il 4 settembre lungo la Scala Vecchia che, dai piedi di Monte Pellegrino, conduce al Santuario di Santa Rosalia. Anche in questa data migliaia di devoti si riuniscono per condividere un momento di preghiera e di festa.

Inoltre, Italea Sicilia con il partner Vie dei Tesori, “Antenna siciliana” del progetto sul Turismo delle Radici del Ministero degli Esteri, ha costruito un itinerario emozionale-turistico legato alla Santuzza che può essere legato al Festino del 14 luglio o anche all’“Acchianata” del 4 settembre, esperienze da veri insider tra tradizione e sapori. A questo si uniscono, itinerari nei borghi legati alla storia della patrona, da Santo Stefano di Quisquina a Bivona, ma anche visite alla normanna Cefalù e alla Valle dei Templi di Agrigento.

A fare da corollario a questi importanti appuntamenti, si aggiungono numerosi eventi nei luoghi più suggestivi della città, tra mostre, esibizioni, musica, degustazioni e momenti di riflessione. Tutte le iniziative che andranno a comporre il programma saranno inserite nel sito ufficiale www.ilfestinodisantarosalia.it

 

La Storia

La storia di Santa Rosalia inizia nella corte palermitana dei re normanni.È in questo raffinato ambiente medievale, profondamente intriso di suggestioni mediorientali, che per la prima volta incontriamo la figlia di Sinibaldo, signore di Quisquina e delle Rose, e nipote per via materna dello stesso re Ruggero. La giovane è una delle damigelle della regina e nel suo futuro c'è un matrimonio degno del suo rango. Una visione alla vigilia delle nozze spinge Rosalia a ritirarsi in convento e poco dopo, alla ricerca di una vita mistica, di preghiere e penitenze, decide di andare a vivere in una grotta piccolissima sul Monte Quisquina, nel feudo di famiglia. Presto la voce si sparge e gli abitanti del luogo cominciano ad andare a trovare Rosalia, prima curiosi, poi, riconoscendone il fervore religioso, mossi dalla speranza che la giovane possa includerli nelle proprie preghiere e intercedere per loro presso Dio. Molti iniziano a considerarla una santa e la quantità di persone che chiede la sua intercessione cresce tanto da impedirle di dedicarsi compiutamente all'adorazione di Dio. Così Rosalia si sposta su Monte Pellegrino, la grande montagna che chiude a nord il golfo di Palermo. Quando muore, Rosalia è beatificata dalla popolazione, dovranno passare quattro secoli, però, prima che la Chiesa ne dia seguito ufficiale.

Nel 1624 la città di Palermo è piegata da una spaventosa pestilenza. Il popolo si rivolge incessantemente alle sue sante protettrici ed è qui che interviene Rosalia, rivelando a una donna il luogo in cui sono nascoste le sue spoglie mortali. Le reliquie vengono recuperate e portate in città per essere sottoposte al vaglio di una commissione. Passa qualche mese, Rosalia si palesa nuovamente ad un saponaio e lo esorta a recarsi dal Cardinale Giannettino Doria per invitarlo a sospendere dispute e dubbi sulle ossa e a farle condurre in processionale. Al passaggio delle reliquie, la peste cesserà. A quella prima miracolosa processione, ne sono seguite altre. Rosalia, canonizzata dalla Chiesa per il suo intervento in favore dei palermitani, è entrata nel cuore dei suoi concittadini.

 

Il programma su: www.ilfestinodisantarosalia.it

SACCHARUM

La “pizzetta”, simbolo della cultura gastronomica siciliana, è un piccolo capolavoro da assaporare in tutta la sua bontà, un morso di Sicilia che conquista il palato e regala un’esperienza di gusto indimenticabile.

"La pizzetta di Gioacchino" è un gioco, un ricordo dell'infanzia e dell'adolescenza dello chef, un omaggio ai sapori di una delle espressioni più golose della tradizione siciliana: "i pezzi", piccoli lievitati comunemente consumati in tutti i bar, i forni e le rosticcerie dell'isola e farciti in tanti modi diversi. L'elenco dei pezzi di rosticceria è pressoché infinito, perché la tipica pasta brioche alla siciliana può essere farcita praticamente con ogni tipo di ingrediente. Così sui banconi di bar e rosticcerie si affollano, insieme alle immancabili arancine, rollò e ravazzate, calzoni e barchette, ma a mettere d'accordo tutti è sempre la pizzetta. 

Un cerchio ben lievitato di soffice pasta brioche, da tenere in mano nei tipici tovagliolini di sottilissima carta oliata dei bar, ricoperta di salsa di pomodoro, origano, mozzarella e una bella fetta di prosciutto cotto, nella sua versione old style. Ecco la più classica delle pizzette, la regina di ogni bar e rosticceria che si rispetti, la merenda dal gusto indimenticabile: "Sono sempre stato goloso, che si trattasse di una merenda pomeridiana, o dello spuntino della ricreazione la pizzetta per me era un rito irrinunciabile - racconta Gioacchino Gargano - la mia preferita era quella di uno storico bar sul corso principale di Bagheria, che purtroppo adesso non esiste più. Ci si trovava tutti lì con gli amici, una coca cola, i motorini e si condivideva quella prelibatezza. Erano momenti di grande spensieratezza. A quel ricordo ho voluto dedicare questa mia nuova versione, da gustare in pizzeria."

Una ricetta tutta nuova quella che viene oggi proposta da Saccharum, che lascia intatta la caratteristica morbidezza della pasta brioche e che scopre ingredienti nobili come il burro francese di alta qualità, la farina semi integrale per dare maggiore consistenza e fragranza e il lievito madre per un impasto soffice e profumato. A questo si aggiunge una lunga lievitazione, fondamentale per ottenere una consistenza alveolata e un gusto irresistibile.

"Nei mie ricordi l'unico difetto che trovavo nella pizzetta era che finiva troppo presto! I pezzi di rosticceria hanno porzioni da merenda, non devono sostituire un pasto. Però ricordo chiaramente la sensazione che quella delizia andasse via troppo velocemente - sorride lo chef raccontando questo aneddoto - per questa ragione e anche per rendere possibile la degustazione in pizzeria ho deciso di realizzarla in un formato più grande. La mia pizzetta ha un diametro di circa 26 cm e può essere consumata come antipasto o essere ordinata al posto di una classica pizza, se si vuole rimanere più leggeri senza rinunciare al gusto di una portata preparata con amore."

La pizzetta di Gioacchino è alta, soffice, dorata e croccante e si può gustare in tre gustose varianti: Margherita Soffice con pomodoro pelato siccagno, fiordilatte campano e origano; Pastori e Sapori con Ricotta, fave e pecorino e Acciuga con pomodoro pelato siccagno, pomodoro a fette infornato, acciughe di Aspra, caciocavallo ragusano e origano.

Al Teatro Selinus di Castelvetrano Presentazione del Saggio: “Femminicidio e Narcisismo Patologico: quale correlazione e come prevenire relazioni pericolose” di Andrea Giostra e Autori Vari

Al Teatro Selinus di Castelvetrano (Trapani), venerdì 2 maggio alle ore 16:00, verrà presentato il Saggio “Femminicidio e Narcisismo Patologico: quale correlazione e come prevenire relazioni pericolose” di Andrea Giostra e Autori Vari.

L’evento è organizzato dal Comune di Castelvetrano in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Marsala, la Camera Penale di Marsala, la Camera Penale di Termini Imerese Cefalù e Madonie, il Comitato pari opportunità del consiglio dell’ordine degli avvocati di Marsala, l’Associazione Avvocati Valle del Belice, FIDAPA Sezione di Castelvetrano e PalmosaKore di Castelvetrano.

 

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Castelvetrano Dott. Enzo Alfano, dell’Assessore alla Cultura e Presidente della FIDAPA Sezione di Marsala Giusy Cavarretta, dell’Avv. Giuseppe Spada, Presidente del COA di Marsala, dell’Avv. Adele Pipitone, Presidente del CPA del COA di Marsala e dell’Avv. Salvatore Accardo, Presidente degli Avvocati Valle del Belice, introdurrà il dibattito la Prof.ssa Bia Cusumano e modererà i lavori l’Avv. Rosa Maria Sciortino.

La giornata di lavori vedrà diversi e qualificati relatori: Dott.ssa Alessandra Camassa, Presidente del Tribunale di Marsala, Dott. Andrea Giostra, psicologo, criminologo, autore e curatore del Saggio, Prof. Girolamo Lo Verso, full professor f.r. di Psicoterapia presso Unipa e coautore del Saggio, Avv. Luigi Spinosa, Vice Presidente della Camera Penale di Termini Imerese Cefalù e Madonie, coautore del Saggio, Dott.ssa Vivianna Cannova, Responsabile Centro Anti Violenza “Cassiopea” e coautore del Saggio, Avv. Francesca Frusteri, Presidente della Camera Penale di Marsala, Avv. Vincenzo Pillitteri, Presidente della Camera Penale di Termini Imerese Cefalù e Madonie, Avv. Matilde Mattozzi, Componente del Consigli Distretto Disciplinare Avvocati di Palermo.

 

Il Saggio - che si avvale della prefazione e revisione scientifica del Prof Girolamo Lo Verso, psicoterapeuta e cofondatore della Scuola di Psicoterapia di Gruppo analisi riconosciuta in tutto il mondo - come precisato nel testo dal curatore Giostra, non è destinato ai tecnici che quotidianamente nella loro professione si occupano di questo grave fenomeno sociale, bensì a chi non ha una cultura specifica e vuole acquisire degli strumenti base per riconoscere questo problema, per affrontarlo adeguatamente e soprattutto per difendersi e svincolarsi il prima possibile da una relazione pericolosa e distruttiva con un soggetto affetto da un grave disturbo di personalità quale quello del “narcisismo patologico”. Aggiunge a tal proposito il Prof. Lo Verso: «Questo libro curato attentamente da Andrea Giostra, psicologo e scrittore appassionato che nei suoi racconti sulla Sicilia mostra invece cosa sia, realmente, l’intensa condivisione erotica, approfondisce un particolare e diverso tipo di narcisismo: quello dell’uomo che lavora a lungo e “scientificamente” per impossessarsi di una donna, renderla propria e schiava. Una versione forse più grave del narcisismo classico. Viene da dire che si tratta di una specie di talebano che usa mezzi psichici, e non bio-antropologici, e armato per dominare e schiavizzare le donne. Insomma un vero oscurantista reazionario all’antica. Si tratta di un malato grave che può distruggere vite femminili (e non solo, ovviamente, c’è par condicio, anche qui).»

 

Il Saggio, che si può leggere e scaricare gratuitamente online in pdf da diversi portali web e pagine social, da quando è stato pubblicato, dicembre 2023, sta avendo un successo tanto straordinario quanto inaspettato: è stato adottato da diverse agenzie e da diverse organizzazioni pubbliche e private, e si trova scaricabile in diversi giornali e magazine, tra i quali vanno ricordati il “SIM CARABINIERI”, “La Repubblica”, “4 Woman Health” e altri ancora facilmente recuperabili su internet.

MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DEI BAMBINI

Care bambine e cari bambini!

Si avvicina la vostra prima Giornata Mondiale: sarà a Roma il 25 e 26 maggio prossimo. Per questo ho pensato di mandarvi un messaggio, sono felice che possiate riceverlo e ringrazio tutti coloro che si adopereranno per farvelo avere.

Lo rivolgo prima di tutto a ciascuno personalmente, a te, cara bambina, a te, caro bambino, perché «sei prezioso» agli occhi di Dio (Is 43,4), come ci insegna la Bibbia e come Gesù tante volte ha dimostrato.

Allo stesso tempo questo messaggio lo invio a tutti, perché tutti siete importanti, e perché insieme, vicini e lontani, manifestate il desiderio di ognuno di noi di crescere e rinnovarsi. Ci ricordate che siamo tutti figli e fratelli, e che nessuno può esistere senza qualcuno che lo metta al mondo, né crescere senza avere altri a cui donare amore e da cui ricevere amore (cfr Lett. enc. Fratelli tutti, 95).

Così tutti voi, bambine e bambini, gioia dei vostri genitori e delle vostre famiglie, siete anche gioia dell’umanità e della Chiesa, in cui ciascuno è come un anello di una lunghissima catena, che va dal passato al futuro e che copre tutta la terra. Per questo vi raccomando di ascoltare sempre con attenzione i racconti dei grandi: delle vostre mamme, dei papà, dei nonni e dei bisnonni! E nello stesso tempo di non dimenticare chi di voi, ancora così piccolo, già si trova a lottare contro malattie e difficoltà, all’ospedale o a casa, chi è vittima della guerra e della violenza, chi soffre la fame e la sete, chi vive in strada, chi è costretto a fare il soldato o a fuggire come profugo, separato dai suoi genitori, chi non può andare a scuola, chi è vittima di bande criminali, della droga o di altre forme di schiavitù, degli abusi. Insomma, tutti quei bambini a cui ancora oggi con crudeltà viene rubata l’infanzia. Ascoltateli, anzi ascoltiamoli, perché nella loro sofferenza ci parlano della realtà, con gli occhi purificati dalle lacrime e con quel desiderio tenace di bene che nasce nel cuore di chi ha veramente visto quanto è brutto il male.

Miei piccoli amici, per rinnovare noi stessi e il mondo, non basta che stiamo insieme tra noi: è necessario stare uniti a Gesù. Da lui riceviamo tanto coraggio: lui è sempre vicino, il suo Spirito ci precede e ci accompagna sulle vie del mondo. Gesù ci dice: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,5); sono le parole che ho scelto come tema per la vostra prima Giornata Mondiale. Queste parole ci invitano a diventare agili come bambini nel cogliere le novità suscitate dallo Spirito in noi e intorno a noi. Con Gesù possiamo sognare un’umanità nuova e impegnarci per una società più fraterna e attenta alla nostra casa comune, cominciando dalle cose semplici, come salutare gli altri, chiedere permesso, chiedere scusa, dire grazie. Il mondo si trasforma prima di tutto attraverso le cose piccole, senza vergognarsi di fare solo piccoli passi. Anzi, la nostra piccolezza ci ricorda che siamo fragili e che abbiamo bisogno gli uni degli altri, come membra di un unico corpo (cfr Rm 12,5; 1 Cor 12,26).

E c’è di più. Infatti, care bambine e cari bambini, da soli non si può neppure essere felici, perché la gioia cresce nella misura in cui la si condivide: nasce con la gratitudine per i doni che abbiamo ricevuto e che a nostra volta partecipiamo agli altri. Quando quello che abbiamo ricevuto lo teniamo solo per noi, o addirittura facciamo i capricci per avere questo o quel regalo, in realtà ci dimentichiamo che il dono più grande siamo noi stessi, gli uni per gli altri: siamo noi il “regalo di Dio”. Gli altri doni servono, sì, ma solo per stare insieme. Se non li usiamo per questo saremo sempre insoddisfatti e non ci basteranno mai.

Invece se si sta insieme tutto è diverso! Pensate ai vostri amici: com’è bello stare con loro, a casa, a scuola, in parrocchia, all’oratorio, dappertutto; giocare, cantare, scoprire cose nuove, divertirsi, tutti insieme, senza lasciare indietro nessuno. L’amicizia è bellissima e cresce solo così, nella condivisione e nel perdono, con pazienza, coraggio, creatività e fantasia, senza paura e senza pregiudizi.

E adesso voglio confidarvi un segreto importante: per essere davvero felici bisogna pregare, pregare tanto, tutti i giorni, perché la preghiera ci collega direttamente a Dio, ci riempie il cuore di luce e di calore e ci aiuta a fare tutto con fiducia e serenità. Anche Gesù pregava sempre il Padre. E sapete come lo chiamava? Nella sua lingua lo chiamava semplicemente Abbà, che significa Papà (cfr Mc 14,36). Facciamolo anche noi! Lo sentiremo sempre vicino. Ce lo ha promesso Gesù stesso, quando ci ha detto: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20).

Care bambine e cari bambini, sapete che a maggio ci troveremo in tantissimi a Roma, proprio con voi, che verrete da tutto il mondo! E allora, per prepararci bene, vi raccomando di pregare usando le stesse parole che Gesù ci ha insegnato: il Padre nostro. Recitatelo ogni mattina e ogni sera, e poi anche in famiglia, con i vostri genitori, fratelli, sorelle e nonni. Ma non come una formula, no! Pensando alle parole che Gesù ci ha insegnato. Gesù ci chiama e ci vuole protagonisti con Lui di questa Giornata Mondiale, costruttori di un mondo nuovo, più umano, giusto e pacifico.

Lui, che si è offerto sulla Croce per raccoglierci tutti nell’amore, Lui che ha vinto la morte e ci ha riconciliati col Padre, vuole continuare la sua opera nella Chiesa, attraverso di noi. Pensateci, in particolare quelli tra voi che vi preparate a ricevere la Prima Comunione. Carissimi, Dio, che ci ama da sempre (cfr Ger 1,5), ha per noi lo sguardo del più amorevole dei papà e della più tenera delle mamme. Lui non si dimentica mai di noi (cfr Is 49,15) e ogni giorno ci accompagna e ci rinnova con il suo Spirito.

Insieme a Maria Santissima e a San Giuseppe preghiamo con queste parole:

Vieni, Santo Spirito, mostraci la tua bellezza

riflessa nei volti

delle bambine e dei bambini della terra.

Vieni Gesù,

che fai nuove tutte le cose,

che sei la via che ci conduce al Padre, vieni e resta con noi.

Amen.

Roma, San Giovanni in Laterano, 2 marzo 2024

FRANCESCO