LETTERA DI PAPA FRANCESCO ALLA DIOCESI DI PALERMO E MESSAGGIO DEL VESCOVO DI PALERMO IN OCCASIONE DEL TRENTENNALE DELLA MORTE DEL BEATO PADRE PINO PUGLISI

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

"Al Caro Fratello Mons. Corrado LOREFICE, Arcivescovo Metropolita di Palermo

Sono passati trent’anni dalla sera del 15 settembre 1993, quando il caro Don Pino Puglisi, sacerdote buono e testimone misericordioso del Padre, concluse tragicamente 1a sua esistenza terrena proprio in quel luogo dove aveva deciso di essere “operatore di pace”, spargendo il seme della Parola che salva, che annuncia amore e perdono in un territorio per molti “arido e sassoso”, eppure lì il Signore ha fatto crescere assieme il “grano buono e 1a zizzania” (cfr Mt 13, 24-30). Desidero unirmi a Voi spiritualmente in questa significativa ricorrenza e ringraziare il Dio di ogni consolazione per il dono del Beato Martire Don Pino Puglisi, figlio e pastore dell’amata Chiesa palermitana e dell’intera Sicilia.

Nel giorno del compleanno, la mano omicida di un giovane lo uccise sulla strada. Le strade del quartiere erano la Chiesa da campo che ha servito con sacrificio e percorso durante il suo ministero pastorale per incontrare la gente, in una terra da lui conosciuta e che non si è mai stancato di curare e annaffiare con l’acqua rigenerante del Vangelo, affinché ognuno potesse dissetarsi e godere il refrigerio dell’anima per affrontare la durezza di una vita che non sempre è stata clemente. Tutti ricordano ciò che egli rispose all’assassino: «Me l’aspettavo». E quindi sorrise: quel sorriso, che menzionai nell’omelia in occasione della mia visita a Palermo cinque anni orsono (S. Messa al Foro Italico), ci raggiunge come «una luce gentile che scava dentro e rischiara il cuore».

Sull’esempio di Gesù, Don Pino è andato fino in fondo nell’amore. Possedeva i medesimi tratti del “buon pastore” mite e umile: i suoi ragazzi, che conosceva uno ad uno, sono la testimonianza di un uomo di Dio che ha prediletto i piccoli e gli indifesi, li ha educati alla libertà, ad amare 1a vita e a rispettarla. Sovente ha gridato con semplicità evangelica il senso del suo instancabile impegno in difesa della famiglia, dei tanti bambini destinati troppo presto a divenire adulti e condannati alla sofferenza, nonché l’urgenza di comunicare loro i valori di una esistenza più dignitosa, strappandola cosi alla schiavitù del male. Questo sacerdote non si è fermato, ha dato sé stesso per amore abbracciando la Croce sino all’effusione del sangue.

A Voi pastori alle cui mani il Signore ha affidato il suo popolo in codesta isola, così ricca di storia e crocevia di popoli e culture, rivolgo l’invito a non fermarVi di fronte alle numerose piaghe umane e sociali dell’ora presente, che ancora sanguinano e necessitano di essere sanate con l’olio della consolazione e il balsamo della compassione. È urgente l’opzione preferenziale verso i poveri; sono volti che ci interrogano e ci orientano alla profezia. Come Comunità ecclesiale in cammino tutto ciò interpella il vostro discernimento sinodale per avviare una pastorale rinnovata che corrisponda concretamente alle esigenze d’oggi.

Vi esorto quindi a fare emergere 1a bellezza e 1a differenza del Vangelo, compiendo gesti e trovando linguaggi giusti per mostrare la tenerezza di Dio, la sua giustizia e la sua misericordia. Sono segni che il cristiano è chiamato a porre nella città degli uomini per illuminarla nella costruzione di una nuova umanità. Il Martire Don Pino possedeva una sapienza pratica e profonda al tempo stesso, infatti amava dire: “Se ognuno di noi fa qualcosa, allora possiamo fare molto”. Sia questo l’invito per ciascuno a saper superare le tante paure e resistenze personali e a collaborare insieme per edificare una società giusta e fraterna.

Sappiamo bene quanto Don Pino si sia battuto perché nessuno si sentisse solo di fronte alla sfida del degrado e ai poteri occulti della criminalità; riconosciamo pure come l’isolamento, l’individualismo chiuso e omertoso siano armi potenti di chi vuole piegare gli altri ai propri interessi. La risposta è la comunione, il camminare insieme, il sentirsi corpo, membra unite al Capo (cfr 1Cor 12,12), al pastore e guida delle nostre anime (cfr IPt 2,25). Vivete concordemente in Cristo, prima di tutto all’interno del presbiterio, assieme al Vescovo e tra Voi, e «gareggiate nello stimarvi a vicenda» (cfr Rm 12, 10).

Voi che quotidianamente sostenete le responsabilità del ministero sacerdotale a contatto con le realtà che abitano codesto territorio, siate sempre e ovunque immagine vera del Buon Pastore accogliente, abbiate il coraggio di osare senza timore e infondete speranza a quanti incontrate, specialmente i più deboli, gli ammalati, i sofferenti, i migranti, coloro che sono caduti e vogliono essere aiutati a rialzarsi. I giovani poi siano al centro delle vostre premure: sono la speranza del futuro.

Il sorriso disarmante di P. Pino Puglisi Vi sproni ad essere discepoli lieti e audaci, disponibili anzitutto a quella costante conversione interiore che rende più pronti nel servire i fratelli, fedeli alle promesse sacerdotali e docili nell’obbedienza alla Chiesa.

Mentre affido tutti alla protezione della Vergine Maria e del Beato Martire Pino Puglisi, invio la mia Benedizione, chiedendoVi, per favore, di non dimenticarVi di pregare per me.

Fraternamente, Francesco

Roma, da San Giovanni in Laterano, 31 luglio 2023 – Memoria liturgica di Sant’Ignazio di Loyola"

 

"Alla Chiesa di Cristo che è in Palermo e in particolare ai carissimi Presbiteri

Carissimi, Carissime,

Con gioia intima e profonda trasmetto la Lettera che il Santo Padre – nel giorno della festa di Sant’Ignazio di Loyola – ci ha indirizzato in occasione dell’ottantaseiesimo anniversario della nascita in terra e nel trentesimo anniversario della nascita al cielo del nostro caro Confratello Don Pino Puglisi, «Figlio e pastore dell’amata Chiesa palermitana e dell’intera Sicilia». Si tratta di un segno di grande vicinanza: il Papa intende vivere accanto a noi questo momento così particolare, in ideale continuità con l’indimenticabile dono della Visita di cinque anni fa, dono che la Lettera rinnova e rinverdisce nel senso della cura paterna e della condivisione pastorale.

Il messaggio che il Santo Padre ci invia –  in particolare ai «pastori alle cui mani il Signore ha affidato il suo popolo in codesta isola»  –  ha il tono delle parole dell’Ultima Cena, il sapore dei discorsi familiari di Gesù con i discepoli nel cenacolo di Gerusalemme. Il suo significato è semplice e forte. Il Papa ci dice ancora una volta, con parole piene di fascino e di passione, che il Beato Martire Puglisi è stato il prete che Egli sogna per la chiesa di questo nostro tempo. «Le strade del quartiere erano la Chiesa da campo», dice il Papa, e la Chiesa da campo è quella che Egli continuamente evoca, la Chiesa come casa del soccorso, della prossimità, della cura e della consolazione per tutti. Il sorriso di Don Pino, mentre rivolge al killer le famose parole: «Me lo aspettavo», è nel cuore del Santo Padre, che oggi come nel 2018 al Foro Italico, definisce «una luce gentile che scava dentro e rischiara il cuore».

Don Pino Puglisi è per il Santo Padre l’icona del buon Pastore mite e umile. Ecco – ci dice Papa Francesco – come essere pastori in Sicilia, in questa isola «ricca di storia e crocevia di popoli e culture», eppure toccata da «numerose piaghe umane e sociali […] che ancora sanguinano e necessitano di essere sanate con l’olio della consolazione e il balsamo della compassione». Essere preti vuol dire per il Papa fare la nostra «opzione preferenziale per i poveri», essere vicini a quanti sono senza voce, senza diritti, senza speranza. È dalla ‘com-passione’ pastorale di Don Pino che dobbiamo lasciarci interpellare. Come singoli ma soprattutto come comunità discepolari, come Chiesa sinodale, chiamata alla ricerca comune e al discernimento dello Spirito. Solo così, ci ricorda il Papa, emergeranno «la bellezza e la differenza del Vangelo».

Per questo è necessario accogliere il dono Trinitario della comunione tra di noi: «Vivete concordemente in Cristo, prima di tutto all’interno del presbiterio, assieme al Vescovo e tra Voi», pronti a servire i fratelli, fedeli alla consacrazione sacerdotale e docili nell’obbedienza alla Chiesa. Il Santo Padre scrive a noi presbiteri perché sa che la fraternità presbiterale nello Spirito è il seme fecondo del ministero che raggiunge il popolo di Dio, che parla a ogni uomo e a ogni donna di buona volontà, che tocca il cuore dei giovani «speranza del futuro», sempre così presenti nei pensieri del Papa.

Siamo profondamente grati al Santo Padre! Impegniamoci a mantenere nella nostra Chiesa di Palermo lo stile di Don Pino e preghiamo per il Papa, perché il Signore continui a custodire e benedire il Suo Servizio Petrino. Sappiamo quanto questa preghiera gli stia a cuore.

Cari Fratelli e Sorelle, la Lettera di Papa Francesco diventerà linea programmatica del cammino sinodale delle nostre comunità parrocchiali e delle Aggregazioni laicali, ispirato dalla figura e accompagnato dalla protezione del nostro Beato Pino Puglisi. Affidiamoci intanto tutti insieme alla Vergine Santa. Con l’aiuto della nostra Santuzza, Rosalia, di cui ho ricordato da poco la passione per l’Eucaristia, e del nostro San Benedetto il Moro che, oltraggiato dal fuoco devastatore, ci dona nuova ‘fiamma pastorale’, seguiamo le orme del nostro fratello e amico Martire, esempio di prete secondo il cuore di Papa Francesco, e pertanto – ne siamo certi – secondo il cuore di Cristo.

Vi saluto con affetto e vi benedico.

Palermo, 20 agosto 2023

+ Corrado,  Arcivescovo"

 

Dal 10 agosto saranno impiegate pattuglie di vigili urbani per migliorare la viabilità in via Crispi

Dal 10 agosto saranno impiegate pattuglie di vigili urbani per migliorare la viabilità in via Crispi Tavolo tecnico per la riconfigurazione dello spartitraffico

Dal prossimo 10 agosto pattuglie di vigili urbani saranno impiegate per migliorare la viabilità delle strade attigue al porto di Palermo. Lo stabilisce un accordo di collaborazione tra l’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale e il Comune di Palermo, relativo alla “Programmazione e alla progettazione degli interventi per la riqualificazione delle aree di interfaccia città-porto e per la dotazione di servizi alla cittadinanza” che, superati alcuni impedimenti amministrativi, è diventato operativo. Per decongestionare il sistema viario urbano limitrofo al porto commerciale (via Crispi, via dell’Arsenale), e far fronte a esigenze straordinarie determinate, soprattutto, dal rilevante flusso di mezzi pesanti diretti all’imbarco o provenienti dallo sbarco, a tutela della sicurezza della circolazione stradale e dell’incolumità pubblica, è stata elaborata una strategia che prevede il controllo e la regolazione della viabilità e delle soste dei veicoli nelle strade immediatamente adiacenti al perimetro portuale, in prossimità dei varchi portuali (Sammuzzo, Santa Lucia, Colombo), con la previsione di eventuale rimozione forzata dei veicoli. In particolare, con cadenze prestabilite secondo il calendario vigente, verranno pianificati servizi nelle ore e nelle giornate di maggior afflusso di autotrasportatori, auto o taxi in occasione dell’approdo di navi da crociera.             

L’importo complessivo annuo presunto per i servizi, a carico dell’AdSP del Mare di Sicilia occidentale, sarà all’incirca di 100 mila euro, e tiene conto dei costi dovuti per l’impiego di veicoli e personale di diverso ruolo della polizia municipale. “Siamo consapevoli – spiega il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, Pasqualino Monti – dei disagi che creano ai passeggeri e ai cittadini i lavori impattanti dell’anello ferroviario e quelli di grande infrastrutturazione in corso nell’area portuale, le cui conseguenze si aggravano nei periodi di alta stagione, anche a causa di chi non rispetta le regole. Sono, però, percorsi obbligati per raggiungere un risultato all’altezza delle nostre ambizioni di traffico. I vigili avranno il compito di multare i mezzi che occupano spazio con soste inappropriate, intasando ulteriormente la viabilità”.

“L’accordo tra il Comune e l’Autorità portuale – commenta il sindaco di Palermo Roberto Lagalla -  sull’impiego delle pattuglie dei vigili urbani nell’area del porto rappresenta un importante tassello della collaborazione tra i due Enti che ha l’obiettivo di garantire una migliore fruizione della zona di via Crispi, dove si sono già visti i primi impegni concreti di questa amministrazione con i lavori di messa in sicurezza del sottopasso che da anni necessitava di interventi massicci a tutela dell’incolumità dei cittadini. L’accordo dimostra come sia molto stretto il legame e la sinergia del Comune con l’Autorità portuale e di questo ringrazio il presidente Monti per la sua massima disponibilità e l’assessore alla Mobilità Maurizio Carta che ha lavorato all’elaborazione di questo provvedimento. Per il Comune il porto deve avere un ruolo strategico per la città e il suo turismo e i lavori per la riqualificazione dell’interfaccia vanno proprio nella direzione di dare un nuovo e più moderno volto a Palermo”.

I lavori di interfaccia, che stanno interessando il tratto compreso tra il varco Amari e il varco Santa Lucia -  consistono nella realizzazione di un dispositivo che ridefinisce il confine tra il porto e la città, che sarà costituito da ampi spazi adibiti a verde pubblico, passeggiate e terrazze sopraelevate, anch’esse destinate alla fruizione pubblica e a funzioni commerciali e che, al contempo, consentono di assolvere alla funzione di piattaforma logistica di imbarco/sbarco passeggeri in condizioni di maggiore funzionalità e sicurezza.

L’asse viario della via Crispi, lungo il quale si sviluppa l’intervento di riqualificazione, è una importante arteria urbana interessata da un notevole traffico automobilistico e di veicoli commerciali e anche da un notevole flusso pedonale di cittadini, passeggeri e croceristi. L’attuale sezione stradale comprende due carreggiate separate da un ampio spartitraffico con aiuola centrale e marciapiedi laterali che però, di fatto, sono per la gran parte inutilizzati ed inutilizzabili.

Riprende Monti: “L’AdSP, che ha a cuore il miglioramento delle condizioni di fruibilità e funzionalità delle aree portuali e di quelle urbane strettamente collegate, attiverà un tavolo tecnico con il Comune per sviluppare un progetto di riconfigurazione dello spartitraffico esistente in via Crispi e per eseguire i relativi lavori, con una soluzione architettonicamente integrata con l’intervento di interfaccia, piantumando nuovi alberi e adeguando la superficie della sede stradale, in modo da consentire l’incremento del numero o della larghezza delle corsie esistenti, a tutto beneficio della viabilità urbana”.

INFORMAGIOVANI ASSUME A PALERMO. SELEZIONE DI PERSONALE

L’associazione InformaGiovani, ente di coordinamento di un network europeo di organizzazioni giovanili che si occupano di volontariato e mobilità internazionale, educazione non formale e informazione giovanile, sta selezionando personale per il potenziamento e ampliamento delle proprie attività.

Obiettivo della selezione, requisiti e mansioni dello staff

La selezione ha l’obiettivo d'individuare nuove figure di staff che affianchino l’attuale gruppo di lavoratori/trici e volontari/e nella gestione delle attività associative, e si rivolge a coloro che abbiano interesse a costruire un percorso personale e professionale di medio-lungo termine nel settore delle organizzazioni giovanili e di volontariato e nell’educazione non formale.

Pur avendo ciascuno/a mansioni specifiche, a tutto lo staff è richiesta la disponibilità e la flessibilità necessarie all’interno di un contesto associativo impegnato in diversi progetti, tipico delle organizzazioni non profit.

I requisiti richiesti a tutto lo staff sono:

·     - Conoscenza della lingua inglese almeno di livello B2 (non è necessaria una certificazione)

·       - Esperienza nell’utilizzo di applicativi office, in particolare e almeno Word ed Excel o equivalenti. Apprezzata l’esperienza nell’uso di Power Point o equivalenti

·       - Competenze di base nell’utilizzo dei social network

·       - Patente di guida B con disponibilità alla guida di mezzi dell’associazione.

·        La precedente esperienza lavorativa o di volontariato nell’ambito dell’associazionismo non è obbligatoria ma viene valutata positivamente.

·        Poiché l’associazione svolge le proprie attività prevalentemente con fondi comunitari dei programmi Erasmus+, Corpo Europeo di Solidarietà e CERV, una precedente esperienza di partecipazione e/o coinvolgimento attivo in queste attività sarà valutata positivamente.

Le mansioni di tutto lo staff comprendono, con la necessità di lavorare sia in italiano sia in inglese:

·       - Rapporti con i partner e i partecipanti nei progetti

·       - Attività di informazione giovanile:

o   con strumenti digitali (creazione testi per blog e newsletter)

o   con attività in presenza di tipo non formale (organizzazione di laboratori tematici, utilizzo di tecniche non formali quali giochi, simulazioni, ecc.)

o   con attività di sportello, presso l’ufficio dell’Associazione o altri punti a ciò destinati

·  - Supporto logistico per organizzazione di progetti di mobilità e volontariato internazionali (supporto ai partecipanti per la preparazione, acquisto biglietti, organizzazione spazi, montaggio e smontaggio attrezzature, ecc.)

·      - Supporto per rendicontazione progetti nazionali e comunitari (scrittura report di attività, raccolta e organizzazione documentazione contabile, caricamento dati su formulari, verifica documenti di viaggio, ecc).

Sede e orario di lavoro. Retribuzione

La sede di lavoro sarà a Palermo. E' richiesta la disponibilità a viaggiare per periodi medio-brevi (max 2 settimane), ove necessario per lo svolgimento di mansioni in progetti sul territorio nazionale e all’estero.

L’orario di lavoro è di 40 ore settimanali su 5 giorni, anche se è richiesta la massima flessibilità in termini di orario e giorni, in funzione delle diverse attività da svolgere e progetti in corso, con eventuali giorni compensativi.

Sarà applicato il contratto collettivo nazionale del Terzo Settore, Sport e altri Enti senza scopo di lucro.

Coloro che supereranno positivamente la selezione saranno assunti, al termine di un periodo di prova retribuito di 90 giorni, con contratto di lavoro full-time, a tempo determinato di 12 mesi, eventualmente rinnovabile o trasformabile in contratto a tempo indeterminato.

La retribuzione lorda mensile, con inquadramento nella categoria di impiegato/a esperto/a informazione per i giovani, livello D1, sarà pari ad Euro 1.265,60 per 13 mensilità annue.

Benefit

Oltre ad eventuali benefit previsti dalla normativa vigente, al personale sarà offerta la possibilità di prendere parte gratuitamente, ad attività formative nazionali/internazionali finalizzate al rafforzamento delle competenze utili all’interno dell’Associazione.

Modalità di presentazione della candidatura

 

Per candidarsi occorre mandare un curriculum (massimo 2 pagine), accompagnato da una lettera di motivazione in inglese e/o da un video di presentazione, sempre in lingua inglese.

Il tutto può essere mandato, entro le ore 23.59 del 8 settembre, all’indirizzo email info@informa-giovani.net con oggetto “Selezione staff 2023”. Email con oggetto differente non saranno prese in considerazione.

Allo stesso indirizzo ci si può rivolgere per richiedere informazioni.

N.B. Si prega di non inviare la candidatura se non si prevede la possibilità di lavorare full time da Palermo.

SOLO LE PERSONE SELEZIONATE PER UN COLLOQUIO SARANNO RICONTATTATE.

LE ARCHITETTURE EFFIMERE DI SAN BIAGIO PLATANI TORNANO CON GLI “ARCHI D’ESTATE”

 Sette interventi artistici e un calendario di eventi danno una nuova vita ai materiali utilizzati nella celebre manifestazione pasquale del piccolo comune agrigentino, famoso per la sua arte popolare collettiva

 

Il sapere artigiano della comunità di San Biagio Platani torna sotto i riflettori. Le imponenti architetture effimere realizzate con materiali naturali durante il periodo pasquale ispirano le nuove installazioni della manifestazione “Archi d'estate". 

Dal 10 al 30 agosto sette interventi artistici saranno posizionati e visitabili lungo il corso Umberto I del piccolo comune agrigentino famoso per la suggestiva manifestazione che affonda le sue radici nel XVIII secolo, e che ha come fulcro lo svelamento delle imponenti opere d’arte, unico esempio di arte popolare collettiva in Sicilia.

Seguendo le dinamiche di partecipazione che vedono la comunità intera impegnarsi nella tipica realizzazione degli Archi di Pasqua, l’iniziativa Archi d’estate ha puntato sulla creatività collettiva attraverso una call pubblica realizzata nell’ambito del progetto “RiGenerAzioni Archi di Piano 2030” a valere sull’intervento 2.1. “Attrattività dei borghi storici” del PNRR: l’iniziativa ha voluto premiare le migliori proposte architettoniche garantendo la realizzazione delle idee progettuali pensate dalla comunità e dal terzo settore, in particolar modo da associazioni tutte costituite da giovani o esclusivamente da donne, che hanno inteso mettersi in gioco per avviare e sostenere il processo di rigenerazione culturale e sociale del borgo. Opere che vanno oltre la semplice riproposizione del sapere tipico delle confraternite di Madunnara e Signurara, i devoti rispettivamente alla Madonna e al Risorto che per mesi lavorano instancabilmente all’interno dei laboratori della piccola comunità, i cosiddetti magazzini.

Interventi che vogliono valorizzare il riuso nella pratica artistica anche attraverso il reimpiego di materiali utilizzati nella passata manifestazione: gli allestimenti progettati per gli eventi della settimana santa infatti vengono ogni anno dismessi e distrutti a fine maggio. Archi d’estate ne reintroduce invece alcuni elementi (mosaici di legumi, quadri di pane, ninfe, lampadari di datteri e pasta, pannelli in salici e canne intrecciate raffiguranti portali e navate di chiese) per introdurli nei nuovi allestimenti, alla luce di una chiave interpretativa diversa e nuova.

Le proposte pervenute infatti, pur mantenendo un riferimento agli archi pasquali, evidenziano una libertà espressiva innovativa per il territorio, nei temi, nello spirito e nella forma. Parole come “Rinascita, Terra, apertura all’Altro, Diversità, Agorà” fanno da sfondo alle installazioni, tutte pienamente attente alla sostenibilità ambientale. Opere di ingegno diffuse per le vie e le piazze del paese che si presentano come esperienze immersive che puntano ad arricchire l'offerta culturale del territorio grazie ad un ricco calendario di eventi e iniziative. Le suggestive opere d’arte faranno da sfondo ad appuntamenti con musica, presentazioni e spettacoli. 

"Con la manifestazione degli Archi d’estate - ha dichiarato il Sindaco Salvatore Di Bennardo - ancora una volta si pone l’attenzione al coinvolgimento della comunità locale tutta, attraverso l’attivazione di processi  partecipativi di crescita sociale, culturale ed economica.  Tale manifestazione rappresenta dunque l’inizio di future e prossime edizioni".

“Miriamo alla destagionalizzazione degli Archi di Pasqua - continua l’Assessore al Turismo, Paola Busciglio - quale tema catalizzatore della strategia di rigenerazione culturale e sociale del Paese. In tale ottica si sta cercando di coinvolgere le nuove generazioni per valorizzare al massimo il percorso di trasmissione del patrimonio storico culturale locale  e rendere gli archi sempre più espressione della creatività collettiva dei giovani”.  

Per informazioni sugli eventi in programma è possibile consultare il sito e gli account social del Comune di San Biagio Platani ( www.comunesanbiagioplatani.it )

RiGenerAzioni Archi di Piano 2030 è un progetto che vede capofila il Comune di San Biagio Platani in partenariato con G55, Associazione Amici della Musica, Pro Loco San Biagio Platani, Circuito Castelli e Borghi Medievali, Farm Cultural Park, Creatività di un popolo, Platani Cultural Experience, Val di Kam, Animosa Civitas, Maghweb, Rifai, Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia ed Euromediterraneo Project.

PREMIO BORGHI DEI TESORI | II EDIZIONE Un contest per scegliere i due vincitori tra 28 progetti presentati

Rinascere dal territorio. Promuovere progetti di restauro e di rigenerazione urbana che coinvolgano le comunità: con questo obiettivo è nato il Premio Borghi dei Tesori, giunto alla sua seconda edizione, cui possono partecipare i Comuni membri della rete promossa dalla Fondazione Le Vie dei Tesori tre anni fa – che va crescendo di giorno in giorno, a oggi i membri sono una cinquantina, di tutte e nove le province siciliane – ma anche associazioni ed enti dei territori coinvolti. L’anno scorso erano arrivati diciotto progetti, e il comitato scientifico dell’associazione ne aveva selezionati due. Quest’anno ne sono giunti 28 e i vincitori saranno scelti attraverso un contest sui social al quale possono partecipare tutti (cittadini, follower, amici dei borghi) con il proprio voto. Due i premi previsti, uno da 3mila euro, sostenuto dall’associazione Borghi dei Tesori, l’altro da 5mila euro da Fondazione Sicilia, che è stata vicina al Premio sin dal suo debutto. 

Si vota fino al 31 agosto sul sito www.leviedeitesori.com 

 

Dal 26 agosto al 10 settembre, la terza edizione di Borghi dei Tesori Fest, sostenuto da IGT: itinerari e scoperte  in una quarantina dei comuni della rete. I borghi, nel primo weekend del Festival, avranno quindi la possibilità di mostrare al pubblico i rispettivi progetti candidati, insieme con i tanti luoghi e le tante esperienze che proporranno. 

 

Sono tutti progetti diversi, alcuni più innovativi e di comunità, altri legati a restauri di beni spesso sconosciuti: ognuno è già un tesoro per la cura e l’attenzione con cui è stato costruito. Alcara Li Fusi vorrebbe impiantare un telescopio per osservare i grifoni nei loro nidi senza disturbarli, sia Bivona che Blufi pensano ai murales per rigenerare un quartiere o un’area dismessa; Bompietro vorrebbe ricostruire virtualmente un castello e Centuripe realizzare un museo della ceramica; Burgio candida il restauro delle sue mummie preziose e Geraci la collezione di paramenti liturgici. Poi ci sono i percorsi naturalistici e urbani: le neviere di Buccheri, l’itinerario dell’acqua lungo le fontane di San Piero Patti (che presenta anche un progetto di murales sullo street food), un teatro all’aperto ancora più inclusivo a Contessa Entellina, le panchine letterarie di Calascibetta, panchine e fioriere allo Spiazzo Sparacio di Prizzi, l’itinerario aperto ai disabili a Cammarata, le fioriere a forma di fagiolo “badda” a Polizzi Generosa, il nuovo belvedere di Naro, il restauro della statua di Frate Umile Pintorno a Petralia Soprana. Spazio ai restauri: il portale monumentale dell'Eremo di San Pellegrino a Caltabellotta e il portone della chiesa benedettina della SS. Trinità a Giuliana; gli affreschi di Palazzo Giandalia a Castronovo, un’antica cucina nobiliare a Monterosso Almo tre edicole votive a Gangi, una tela della Pietà del XVII secolo a Mirto, il gonfalone del Comune a Giarratana, due preziosi medaglioni della chiesa di San Michele a Savoca. E ancora l’installazione di pani votivi nel Castello Eufemio a Calatafimi Segesta, la “scatola del tempo” a Montevago, il catasto delle case abbandonate di Licodia Eubea per far nascere un quartiere di artisti.

 I PROGETTI NEL DETTAGLIO

 

1.     ALCARA LI FUSI | Un telescopio per ammirare i grifoni delle Rocche del Castro

Un sentiero didattico di osservazione naturalistica nell’area del grifone di Alcara Li Fusi. Questo l’obiettivo del progetto proposto dall’Associazione Alcara Borgo Natura per il miglioramento della fruizione di un’area naturalistica unica, quella delle Rocche del Crasto, dove nidifica il rapace, tra gli uccelli più grandi d’Europa: la sua apertura alare può raggiungere quasi i tre metri. Per ammirare in maniera più ravvicinata possibile i circa 350 esemplari di grifone e i 50 nidi presenti nell’area naturalistica, è prevista l’installazione di un cannocchiale panoramico telescopico terrestre fisso, di fronte alle Rocche del Crasto. Previste tabelle esplicative della caratteristica flora spontanea autoctona; e 200 etichette identificative da collocare lungo il sentiero didattico di circa trecento metri.

 

2.     BIVONA | Murales e un nuovo pannello per valorizzare il quartiere La Batìa

La Batìa è un antico quartiere di Bivona, salvato dal degrado e dall’abbandono da E’Ura, acronimo che sta per Urban Regeneration Art, che gioca con il significato dell’espressione siciliana “È ora”. Una esortazione all’azione che vuole essere un pungolo per la comunità. È con questo obiettivo che l’Associazione Sole sui Sicani propone un progetto per interventi di mantenimento dei murales già realizzati dagli artisti locali e per realizzarne di nuovi, sempre al bagaglio di tradizioni popolari. Si prevede anche di collocare nell’antico quartiere un pannello in maiolica con l’effigie di Santa Rosalia, patrona del piccolo comune. Il progetto prevede l’organizzazione di attività di promozione con eventi culturali, attività ricreative per i bambini e laboratori esperienziali con gli artigiani.

 

3.     BLUFI | Un’oasi verde e profumata al posto di un vecchio edificio

Nel piccolo e borgo delle Madonie, conosciuto anche per la sua eccezionale fioritura di tulipani, il Comune di Blufi propone un progetto di valorizzazione di una piccola area, un tempo privata. Qui, infatti, sorgeva un edificio obsoleto, successivamente demolito. Oggi, questo spazio è stato acquisito dal Comune che intende riqualificarlo con la messa a dimora di un albero a medio fusto, da scegliere fra il frassino, l’acero e l’olmo, e la realizzazione di aiuole di essenze ornamentali a cespuglio e rampicanti su un pergolato in ferro. L’obiettivo è creare una piccola oasi verde e profumata di lavanda epica, spartium junceum, lantana, trachelospermum jasminoides. Inoltre, il progetto prevede anche la realizzazione di un murale per abbellire la parete dell’edificio che delimita l’area.

 

4.     BOMPIETRO | La ricostruzione virtuale di un antico castello

Una ricostruzione virtuale per fare rivivere e visitare come se fosse ancora in piedi, il castello medievale di San Mauro Castelverde. Il progetto dell’Associazione Museo archeologico virtuale di Bompietro è quello di rendere possibile anche a chi ha difficoltà motorie, la visita al sito archeologico del maniero maurino, oggi un rudere. Grazie alla ricostruzione virtuale dei volumi andati perduti, si potrà rivivere l’atmosfera dell’antico castello e visitarne i diversi ambienti, riprodotti in maniera tridimensionale. Un viaggio nel tempo e nello spazio grazie all’uso della tecnologia digitale, modalità ancora poco diffusa nella realtà madonita. La ricostruzione virtuale del castello consentirà di arricchire la visita di contenuti speciali per rendere l’esperienza interattiva ancora più interessante.

 

5.     BUCCHERI | Un percorso panoramico sulle antiche neviere

Un percorso per valorizzare il tesoro di Buccheri che, fino al dopoguerra, era una fabbrica naturale del freddo. Dal Seicento in poi nel comune più alto dei Monti Iblei, veniva conservata la neve nelle neviere, fulcro di una fiorente economia, tramontata soltanto con l’avvento dei frigoriferi. Con appositi accorgimenti in particolari costruzioni in pietra, la neve veniva conservata e compattata in blocchi di ghiaccio, commercializzati poi fino all’isola di Malta. Tra i suoi usi più golosi, le granite, soprattutto quella al gelsomino. Oggi, per incrementare il turismo rurale, il Comune di Buccheri propone un progetto di valorizzazione delle neviere, con la realizzazione di un percorso accessibile ai disabili e con un itinerario dal quale si potranno ammirare la cima dell’Etna e le coste della Calabria.

 

6.     BURGIO | Il restauro delle mummie preziose del Museo dei Cappuccini

Fu tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento che i frati cappuccini di Burgio, dopo avere appreso la tecnica dei “colatoi” dai confratelli di Palermo, si dedicarono alla cura e alla conservazione dei corpi mummificati di religiosi e laici appartenenti alla loro comunità. Oggi la Aps Prospera Civitas del borgo dell’Agrigentino, intende realizzare un intervento di pulizia e restauro delle mummie ospitate nel museo allestito nel contesto architettonico della Chiesa e del Convento dei Cappuccini. Il progetto prevede l’allestimento a Burgio di un ambiente adeguato all’intervento, in modo da evitare di spostare altrove le preziose mummie. Insieme con la loro pulizia e il loro restauro, in programma c’è anche la pulitura e il restauro degli abiti e dei monili del corredo funebre. Alla fine dell’intervento, verranno ricollocate nel Museo delle Mummie di Burgio.

 

7.     CALASCIBETTA | Panchina letteraria e poesie per valorizzare piazza Soccorso

Piccolo borgo dell’Ennese, abbarbicato a quasi 700 metri sul livello del mare, Calascibetta nel suo cuore più antico fatto di stradine e vicoli, custodisce uno dei suoi luoghi più rappresentativi e frequentati. È piazza Soccorso, che la Pro Loco di Calascibetta intende valorizzare. Il progetto prevede la realizzazione di una panchina letteraria che emuli nella forma un libro aperto, di cemento portland originariamente bianca e successivamente dipinta con il tema che verrà scelto. Prevista l’installazione di fioriere appese su supporti in pallet, illuminazione artistica e pedane in legno da usare anch’esse come fioriere; le saracinesche saranno dipinte artigianalmente con immagini e citazioni di autori e poeti del territorio, mentre le alzate di Via Corvaia saranno dipinte da artisti locali. L’obiettivo della Pro Loco di Calascibetta è valorizzare l’itinerario che da piazza Soccorso conduce alla Regia Cappella Palatina, al Poggio, e alle chiese dell’Itria e di San Paolo.

 

8.     CALATAFIMI SEGESTA | Il pane e i fiori al Castello Eufemio

Una mostra di pani votivi nel Castello Eufemio da cui si gode una vista mozzafiato che spazia fino all’antica Segesta. Questo il fulcro del progetto “Phimes – tra pane, festività e folklore”, proposto dal Comune di Calatafimi Segesta. L’obiettivo è valorizzare la tradizione antichissima che lega il pane agli altari votivi allestiti in occasione della festa di San Giuseppe e al cucciddato, buccellato, il particolare dolce di frolla tipico della festa del SS.Crocifisso di Calatafimi. Nel progetto è coinvolto l’artista visivo Gandolfo G. David che da anni conduce una ricerca sulle suggestioni antropologiche degli ex voto di pane e i riti connessi. Grazie a una struttura metallica appositamente concepita, l’installazione al Castello Eufemio farà “dialogare” i pani votivi con piante e fiori spontanei e coltivati. In programma anche una performance e la successiva esposizione al pubblico dei costumi di scena.

 

9.     CALTABELLOTTA | Il restauro del locale di accesso all’Eremo di San Pellegrino

È uno dei luoghi più suggestivi della Sicilia, in uno dei borghi più antichi dell’Isola. Si tratta dell’Eremo di San Pellegrino a Caltabellotta: secondo la tradizione, è qui che il santo patrono sconfisse il drago famelico. Oggi, però, a causa delle infiltrazioni d’acqua, l’ingresso della struttura rischia di essere inibito. Il piccolo locale di accesso al piano nobile dell’edificio e alla balconata della chiesa, necessita al più presto di interventi. Si tratta, infatti, di un locale strategico per consentire la fruizione del complesso da parte dei visitatori. Ecco, dunque, il progetto proposto dall’Associazione Peregrinus che si occupa della valorizzazione e fruizione dei beni ecclesiastici del piccolo comune dell’Agrigentino; l’obiettivo è il restauro e recupero del locale di accesso, con una particolare attenzione alla riparazione delle lesioni della volta per la sua messa in sicurezza.

 

10.  CAMMARATA | Pannelli braille e sistema audio per un turismo più inclusivo

Un cammino per tutti, con un itinerario assolutamente inclusivo alla scoperta del borgo dell’Agrigentino a quasi settecento metri di altitudine sul livello del mare. Destinato a ipovedenti, ciechi, ma anche normodotati, il progetto proposto dal Comune di Cammarata è incentrato sul percorso che si snoda lungo via Roma, da Piazza degli Agostiniani scalzi alla piazzetta antistante la Torre del Castello. I tesori di Cammarata che si incontrano lungo il tragitto saranno raccontati da tabelle esplicative e da speciali pannelli in braille; ci sarà anche la possibilità di accedere a informazioni più approfondite grazie a un sistema audio dotato di cuffie, anche questo di facile utilizzo per ipovedenti e ciechi, in virtù di speciali tastiere e comandi. Tutto il percorso verrà dotato di apposite strisce collocate sulla pavimentazione, che guideranno anche chi non vede.

 

11.  CASTRONOVO DI SICILIA | Il restauro degli affreschi di Palazzo Giandalia

Gli affreschi di notevole fattura che caratterizzano le volte del primo piano del Palazzo comunale Giandalia hanno bisogno di un intervento urgente. Da qui il progetto proposto dal Comune di Castronovo di Sicilia, per il restauro di queste opere  attribuite a Giuseppe Enea, pittore e decoratore del Teatro Massimo di Palermo. L’obiettivo è la tutela e la valorizzazione di Palazzo Giandalia, sede della biblioteca comunale, del museo archeologico e antropologico e della pinacoteca. L’impianto originario del palazzo risale al Duecento. Secondo lo storico Luigi Tirrito, fu costruito dalla famiglia Alondres sulle mura di cinta della città antica, che includevano anche una torre normanna.

 

12.  CENTURIPE | Un museo della ceramica nella chiesa del Purgatorio

Costruita a metà del Seicento, un tempo era la chiesa madre di Centuripe. Sconsacrata e abbandonata a metà del Novecento, prima del restauro negli anni Novanta, la chiesa delle Anime del Purgatorio era usata addirittura come deposito. Oggi il Comune che presenta il progetto vuole farne uno spazio espositivo dedicato agli artisti e agli artigiani locali, articolandolo sul brand di Centuripe Città Imperiale. L’obiettivo è rendere l’edificio, concesso in comodato d’uso dalla Diocesi di Nicosia, un punto nevralgico culturale e d’incontro dei giovani del borgo dell’Ennese. Il progetto prevede l’acquisto di pannelli espositivi e desk per l’accoglienza, in un disegno più ampio di valorizzazione e promozione dell’intero paese con interessanti monumenti di età imperiale e con un paesaggio mozzafiato.

 

13.  CONTESSA ENTELLINA | Nuova vita per il teatro all’aperto

A Contessa Entellina, il più antico insediamento albanese in Italia, grazie all’iniziativa “Mecenati di noi stessi” è stato realizzato un teatro all’aperto in pieno centro. I 110 posti a sedere sono realizzati su cubi di bianco marmo di Custonaci, collocati lungo la storica scalinata nel cuore del centro storico, regalando così una suggestione che rimanda alla struttura dei teatri greci. Già luogo di aggregazione e usato in occasione della Pasqua per la storica sfilata con gli abiti della tradizione arbëreschë, il Comune di Contessa Entellina, promotore del progetto, vuole ora migliorare l’inclusività del teatro e realizzare spettacoli e laboratori circensi.

 

14.  GANGI | Un itinerario tra fede e arte con il restauro di tre edicole votive

Disseminate per le vie e i vicoli del paese, numerose le edicole votive raccontano una fede vissuta con intensa devozione. Il Comune di Gangi propone il progetto di restauro di tre edicole realizzate tra il ‘700 e l’800. Si tratta dell’edicola votiva dell’Annunciazione nel quartiere Santa Maria, dell’edicola dell’Addolorata nel quartiere del SS.Salvatore e dell’edicola dedicata alla Sacra Famiglia nel quartiere Botteghelle. L’obiettivo è valorizzare la loro alta valenza storica, artistica e culturale e creare un’occasione per conoscere anche gli angoli più nascosti del borgo medievale.

 

15.  GERACI SICULO | Una nuova sezione del Museo per i preziosi abiti liturgici

Nella cripta della trecentesca Chiesa Madre, si trova il Museo parrocchiale di Geraci Siculo con la sua preziosa e raffinata collezione di argenti con calici, reliquiari, ostensori alcuni del Trecento, recentemente riordinata da Maria Concetta Di Natale. Ora il progetto, presentato dal Comune e dalla parrocchia di Santa Maria Maggiore, è di realizzare una nuova sezione dedicata ai paramenti liturgici con dettagliate didascalie e codici QR di approfondimento, una guida cartacea alla collezione del museo, un nuovo sistema di illuminazione e il potenziamento del sistema di allarme. A essere esposti saranno, tra l’altro, piviali, pianete e tunicelle realizzati tra il XVI e il XVIII secolo, preziosi abiti liturgici con stoffe pregiate ricamate con fili d’oro e d’argento, per lo più realizzati dalle sapienti mani delle suore benedettine del locale monastero di San Giuliano, recentemente soppresso.

 

16.  GIARRATANA | Nuova vita per il gonfalone del Comune

Il gonfalone di Giarratana è un bel drappo di taffetà di seta rossa, alto 2 metri e largo 86 cm. Riccamente decorato, ha bisogno di un urgente e necessario intervento di restauro. Il progetto promosso dal Comune di Giarratana prevede un’operazione di pulizia accurata attraverso un intervento di micro-aspirazione, lo smontaggio delle varie parti di tessuto che lo compongono, la pulitura per vaporizzazione, il suo consolidamento, la sostituzione del cordone e delle frange che non possono essere recuperate, la realizzazione di un’apposita custodia per il suo trasporto, nonché la documentazione fotografica di tutto l’intervento.

 

17.  GIULIANA | Il portone d’ingresso della chiesa della SS. Trinità

A Giuliana la Pro Loco intende restaurare il portone d’ingresso di stile manieristico della chiesa della Santissima Trinità. Costruita tra il 1648 e il 1655 sulla cinta muraria del castello di Federico II, dove già sorgeva una piccola chiesa intitolata a Santa Caterina, la chiesa della Santissima Trinità è, purtroppo, chiusa da anni. Nelle intenzioni della Pro Loco, il restauro del portone è un primo passo verso il recupero e la valorizzazione di tutto l’edificio e della piazza antistante il castello federiciano. Caratterizzata da una facciata austera con conci di calcarenite a vista, murati quasi a secco, la chiesa presenta, al culmine della scalinata d’ingresso, un bel portale con lo stemma olivetano tipico della congregazione benedettina

 

18.  LICODIA EUBEA | Il catasto delle case abbandonate da destinare a residenze artistiche

Un catasto delle abitazioni abbandonate, necessario per poterne poi finanziarne il progetto di recupero e la ristrutturazione. Il progetto del Comune di Licodia Eubea è di farne alloggi per artisti e associazioni culturali. Si vogliono infatti creare le condizioni per invitare a soggiornare gratuitamente artisti nel piccolo borgo incastonato tra i Monti Iblei e l’Etna, per rigenerare lo spazio urbano con murales e altre opere. In questo progetto di riqualificazione del territorio, l’amministrazione comunale vuole coinvolgere le scuole, avviando un dialogo tra artisti e studenti che avrebbero così la possibilità di mettersi creativamente alla prova, realizzando per il paese qualcosa di unico e rappresentativo della propria storia. Il catasto delle abitazioni abbandonate è l’atto propedeutico per avviare questo percorso di rigenerazione urbana e fare di Licodia Eubea una fucina di artisti.

19.  MIRTO | Sos per la tela della Pietà della Chiesa Madre

Sos della chiesa Maria Santissima Assunta di Mirto, che si candida per il restauro di una pregevole Pietà di autore e committente ignoti, un dipinto imponente del XVII secolo che ha bisogno di un urgente restauro conservativo. Necessita, infatti, della velatura di protezione, della fermatura del colore, di un intervento di consolidamento e della rintelatura. Occorre anche pulire e ridorare la cornice, integrando le parti mancanti sul retro. Costruita nel XVI secolo, la chiesa Maria Santissima Assunta è la Matrice e ospita una bella statua lignea della patrona Santa Tecla di Iconio e un ciborio cinquecentesco di Antonello Gagini.

 

20.  MONTEROSSO ALMO | I fasti della cucina nobiliare dell’ottocentesco Palazzo Cocuzza

Si intitola “La cucina rivive” il progetto presentato dal Comune di Monterosso Almo, il piccolo borgo del Ragusano a quasi 700 metri di altitudine. L’obiettivo è il restauro dell’antica cucina di Palazzo Cocuzza, voluto dall’omonima e potente famiglia che lo costruì alla fine dell’Ottocento in Piazza San Giovanni, dopo avere acquistato e raso al suolo quasi un intero quartiere. L’imponente e fastoso edificio a tre piani, oggi di proprietà comunale, ospita al primo piano il museo civico con reperti archeologici ritrovati nella vicina necropoli di Monte Casasia. Il progetto del Comune è finalizzato a far rivivere tutto il fascino di un focolare di altri tempi, rendendolo nuovamente funzionale e funzionante. Gli interventi previsti nella cucina nobiliare riguardano la pulitura e la rigenerazione dei manufatti in ferro, la pulizia e il recupero delle piastrelle e della pavimentazione originali, il ripristino dei piani da lavoro in marmo e dell’impianto idraulico.

 

21.  MONTEVAGO | Una “scatola del tempo” per valorizzare la storia del paese

Una “scatola del tempo” dalla quale fare uscire i personaggi più rappresentativi della storia di Montevago; e un percorso di educazione alla Terra con attività di sensibilizzazione ambientale incentrate sulla sostenibilità. Questi i punti cardine del progetto proposto dal Comune di Montevago per la realizzazione di programmi di educazione al patrimonio storico, culturale e ambientale, rivolti agli alunni della scuola primaria e secondaria. Teatro delle attività sarà l’antica Montevago distrutta dal terremoto del ’68: dal museo en plein air dei “percorsi visivi” al Baglio Ingoglia, passando dai ruderi della Chiesa Madre, oggetto di un recente intervento di recupero, fino alla Villa di lu Chiuppu, da dove si può godere un bellissimo panorama sulla Valle del Belìce. L’obiettivo è rendere i giovanissimi cittadini di Montevago consapevoli del proprio patrimonio, per proteggerlo e tutelarlo.

 

22.  NARO | Un cannocchiale e una panchina gigante sul belvedere della Valle del Paradiso

Una panchina gigante decorata dagli artisti locali e arricchita da citazioni e poesie di autori del territorio, piante in vaso e un cannocchiale panoramico per ammirare la Valle del Paradiso. È il progetto del Comune di Naro, per riqualificare un luogo simbolo come “u’ carminu”, il belvedere, fulcro della vita del paese. Da qui, nel giorno di Pasqua, viene benedetta la campagna ricca di mandorleti, uliveti e vigneti ed è qui che si riunisce la comunità della cittadina che Federico II di Svevia nel 1233 volle “Fulgentissima”. L’intervento si inquadra nella più complessiva riqualificazione di piazza Crispi e del belvedere che sarà dotato di un’adeguata cartellonistica descrittiva.

 

23.  PETRALIA SOPRANA | Nuova vita per la piazza dedicata a frate Umile Pintorno

Siamo nelle Alte Madonie, nel piccolo borgo conosciuto anche per avere dato i natali allo scultore Frate Umile Pintorno che proprio qui, nel 1623, creò il suo primo crocifisso, oggi custodito in chiesa Madre. Oggi, l’amministrazione comunale vuole rendere omaggio al suo illustre concittadino e propone un progetto di rigenerazione e valorizzazione del monumento dedicato a Frate Umile Pintorno, nell’omonima piazza, diventata luogo di ritrovo per numerosi eventi culturali. Occorre, infatti, realizzare una nuova ringhiera, ripristinare l’aiuola, intervenire sul basamento in marmo.

 

24.  POLIZZI GENEROSA | Fioriere a forma di fagiolo “badda” in piazza XXVII maggio

Fioriere in ceramica smaltata, realizzate a mano da un esperto artigiano locale per celebrare il fagiolo “badda”, Presidio Slow Food di Polizzi Generosa. Le fioriere sono previste in piazza XXVII Maggio, già piazza Trinità, luogo simbolo del borgo, da dove si gode uno splendido panorama sulle Madonie. Il progetto del Comune prevede di installare venti fioriere a forma del tipico fagiolo bicolore, di dimensioni medio-piccole e tondeggiante (“badda” significa, appunto, palla). Il progetto pensa alla valorizzazione di un prodotto simbolo della cultura gastronomica del territorio e, al contempo, mira a migliorare l’arredo urbano della piazza, uno dei luoghi più amati dai polizzani.

  

25.  PRIZZI | Panchine e fioriere tra i colori dei murales d’autore

Panchine, fioriere e posacenere di Capodimonte per migliorare la fruizione di un luogo molto amato dai prizzesi: lo Spiazzo Sparacio, sorta di anfiteatro in pieno centro storico, molto caratteristico con coloratissimi murales. Nel 1989, infatti, l’amministrazione comunale ha invitato tre artisti siciliani a riqualificare l’area: il palermitano Mario Bardi, il lercarese Totò Bonanno e il monrealese Franco Nocera, che nelle loro opere hanno trasposto simboli della sicilianità, rievocando atmosfere tra Ottocento e Novecento. I muri delle abitazioni che danno sullo spiazzo, grazie alla disponibilità dei proprietari, raccontano cosi chiacchiere tra vicini davanti all’uscio di casa, il lavoro nei campi, la stagione dell’amore. Adesso, il Comune di Prizzi intende rivalorizzare lo spiazzo, affinché diventi sempre di più un fulcro di aggregazione e socializzazione.

 

26.  SAN PIERO PATTI | Il restauro delle antiche fontane per un itinerario dell’acqua

Si intitola “Il Suono dell’acqua” il progetto presentato dal Comune di San Piero Patti per il restauro e il ripristino delle numerose fontane del borgo, per far nascere un circuito urbano virtuoso, lungo il quale organizzare mostre ed eventi culturali. Tra fontane artistiche in ghisa e fontane in muratura, il tuffo nel passato rimanda a quando era un luogo d’incontro, e non solo di approvvigionamento idrico. Il progetto prevede il ripristino, la pulitura delle superfici in pietra, il consolidamento di quelle danneggiate, l’allacciamento all’acquedotto, l’applicazione di vernici protettive, la sistemazione della pavimentazione limitrofa e una nuova rubinetteria. Inoltre, è prevista la realizzazione di un pannello informativo del circuito delle fontane di San Piero Patti.

 

27.  SAN PIERO PATTI | Murales per raccontare le tradizioni al festival del cibo da strada

Un viaggio visivo per raccontare la storia e le tradizioni del borgo dei Nebrodi. L’idea è dell’Associazione Casud che, pensando al festival Ca’Food sullo street food, propone la realizzazione di murales che raccontino la storia e le tradizioni di San Piero Patti. Ad agosto il Ca’Food è una gustosa occasione per assaporare i sapori più autentici locali. L’obiettivo è far lavorare le artiste Francesca Tabasso e Ilaria Bianchi durante il festival gastronomico, per creare una sorta di circuito virtuoso giocato tra cibo e arte. I murales saranno realizzati nelle vie del centro e accompagneranno in un ideale percorso in cui le immagini dipinte sui muri faranno da eco a una radicata tradizione gastronomica. In programma anche iniziative collaterali, visite turistiche guidate e conferenze sulla storia, cucina e cultura siciliana.

 

28.  SAVOCA | Il restauro di due preziosi medaglioni della chiesa di San Michele

La parrocchia di Santa Maria Assunta di Savoca si candida con il restauro di due pregevoli medaglioni della chiesa di San Michele. La chiesa, costruita nel XIII secolo, custodisce un ciclo pittorico eseguito, secondo fonti documentarie, nel 1701, costituito da sei scene, sette dipinti sulla parete del transetto e due nella parte dell’abside. Grazie alla campagna di raccolta fondi “Save the soul of Savoca. Salviamo i dipinti della chiesa di San Michele”, voluta dal parroco don Agostino Giacalone, dall’amministrazione comunale e da un comitato di giovani savocesi, sono già stati restaurati tre dipinti. Restano da restaurare due preziosi medaglioni di 1,25 metri per 95 cm che si trovano sulla parete del transetto.

NUOVA STAGIONE DEL TEATRO MASSIMO

Il presidente della Fondazione Teatro Massimo e sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, e il

sovrintendente e direttore artistico Marco Betta con il direttore musicale Omer Meir Wellber e

il direttore del Corpo di ballo Jean-Sébastien Colau, hanno presentato il programma della

stagione 2023-2024. La stagione di opere e balletti sarà inaugurata il 22 novembre, quella di

concerti già il 15 novembre.

Una stagione all’insegna di due grandi storie d’amore e morte, strettamente legate l’una

all’altra: Romeo e Giulietta e Tristano e Isotta. Due storie che affondano le radici nel Medioevo

ma che sono ancora oggi attualissime; due vicende di conflitto tra le scelte degli individui e le

pressioni della società e che si concludono con la morte degli amanti; due compositori legati alla

Sicilia e l’uno all’altro, perché Wagner, pur disprezzando l’opera italiana, professò sempre

grande ammirazione per l’autore di Norma. Amore e morte che caratterizzano anche Turandot e

Madama Butterfly, le due opere scelte per rendere omaggio a Giacomo Puccini nell’anno del

centenario della morte, e Rigoletto di Giuseppe Verdi che torna con la regia di John Turturro e un

cast di grandissimi interpreti. Intorno a questi titoli, un variegato mosaico che spazia dall’America

alla Francia, con titoli poco noti che tornano a Palermo dopo mezzo secolo: è il caso di Elisabetta

regina d’Inghilterra, opera seria di Rossini di cui fu protagonista nel 1971 Leyla Gencer, pietra

miliare della Rossini Renaissance, e de Les pêcheurs de perles (assenti dal 1966), mentre non era

mai stato eseguito Lady, be good di George Gershwin. Completano la stagione ben tre titoli di

balletto, tutti ispirati a personaggi fiabeschi (Biancaneve, la Cenerentola di Prokofiev, un nuovo

Peter Pan).

Ad inaugurare il programma il 22 novembre 2023 sarà il nuovo e visionario allestimento de I

Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini, diretto da Omer Meir Wellber con la regia del

coreografo e regista israeliano Idan Cohen che impegnerà l’Orchestra, il Coro e il Corpo di

ballo del Teatro. "È un connubio di musica e danza reso possibile dalla direzione musicale di

Omer Meir Wellber”, dice il regista. “Ho immaginato di ambientare l’opera in un museo

tassidermico distopico disegnato magistralmente dalle scene di Riccardo Massironi e dai costumi

di Edoardo Russo. Durante lo svolgimento dell’opera il museo, con le sue teche e le sue

immagini riflesse, subisce un'affascinante trasformazione. La sabbia che scorre nelle grandi

clessidre che occupano la scena infrange il vetro e invade il palcoscenico. Quanto accade serve

non solo a offrire una metafora del modo in cui interagiamo con la natura e la cultura, ma anche

ad analizzare la manipolazione dei giovani amanti in una società che idealizza e feticizza la

giovinezza, e in particolare il corpo delle donne”. La coppia dei protagonisti, Romeo e Giulietta,

come previsto da Bellini è affidata a due voci femminili, con Romeo en travesti. Cohen, sposando

e accentuando le indicazioni della partitura, fa dei due personaggi di Romeo e Giulietta due donne

che si amano e “che rappresentano diversi punti di vista della femminilità, attraverso una

moltitudine di prospettive e obiettivi culturali”. Ad interpretarle sono il mezzosoprano russo

Maria Kataeva (Romeo) al debutto nel ruolo, che si alterna con Anna Pennisi, giovane artista

siciliana che invece ha già una buona esperienza internazionale come Romeo; debutta come

Giulietta anche Marina Monzó, di ritorno a Palermo dopo Don Pasquale, che si alterna nelle

repliche con Francesca Pia Vitale, fresca vincitrice del Concorso internazionale “Toti Dal

Monte” proprio per il ruolo di Giulietta; il rivale Tebaldo è Ioan Hotea, anche lui di ritorno a

Palermo dopo il successo in Don Pasquale, in alternanza con Mert Süngü, tenore turco che sarà

protagonista anche del concerto di inaugurazione della stagione concertistica insieme a Omer

Meir Wellber; Capellio è interpretato da Marco Spotti; Lorenzo è Gabriele Sagona. Le scene

sono di Riccardo Massironi, i costumi di Edoardo Russo, il costumista che insieme a Carlo

Poggioli ha firmato i sontuosi costumi della serie Netflix su Il Gattopardo girata in questi mesi in

Sicilia. Le luci sono disegnate dal light designer Bambi. Orchestra, Coro e Corpo di ballo del

Teatro Massimo. Direttore del Corpo di ballo Jean-Sébastien Colau.

“Quella presentata oggi dal Teatro Massimo è una nuova, grande stagione all’insegna dello

spettacolo e dei racconti rimasti nella storia dell’Opera – dice il Sindaco di Palermo e Presidente

del Consiglio di Indirizzo della Fondazione, Roberto Lagalla - L’auspicio è che la nuova

stagione prosegua sulla scia del riconosciuto successo di quella precedente. L’apprezzamento

degli ultimi mesi da parte del pubblico, e per questo ringrazio l’impegno del sovrintendente Marco

Betta e di tutte le maestranze, ci conferma quanto bene abbia fatto questa amministrazione

comunale nel puntare i suoi sforzi sul rilancio del Teatro e delle sue risorse umane, facendo del

Massimo una realtà con i conti in ordine e sempre più in rapporto con la città. L’ulteriore obiettivo

è quello di ampliare questo rapporto tra la città e il suo Teatro. Esempi come quello avvenuto a

Danisinni alcune settimane fa dimostrano quanto possa essere importante e formativo fare in

modo che siano il Teatro e la bellezza dell’arte e della cultura ad andare nei quartieri della città”.

“La nuova stagione del Teatro Massimo è un grande viaggio che si confronta e si interroga sul

presente attraverso le visioni, i sogni e le emozioni dei grandi capolavori dell’opera, della danza e

della musica orchestrale – aggiunge il sovrintendente e direttore artistico Marco Betta. In questo

cammino non mancheremo di celebrare la figura di Giacomo Puccini a cento anni dalla

scomparsa. Siamo usciti dalla crisi grazie al Presidente, Sindaco Prof. Roberto Lagalla, che ha

attivato percorsi virtuosi importanti per la ripresa della vita dell’Istituzione, e grazie all’impegno

e alla passione di tutti i lavoratori del Teatro. Ringrazio il Comune di Palermo, la Città

Metropolitana, il Ministero della Cultura e la Regione Siciliana che hanno garantito il loro

impegno e il loro sostegno e ringrazio gli Sponsor privati. La nuova stagione del Teatro Massimo

cerca di interpretare le sfide di un presente sempre più complesso: lavoriamo come in una forma

di rampicante a una stagione parallela di teatro sociale, per la città, nella città, cercando di

costruire un teatro che abbracci il territorio, perché l’arte, il teatro, la danza, la musica sono un

respiro dell’anima”.

“Sono molto felice e onorato di presentare la nuova stagione del Teatro Massimo di Palermo –

dice il direttore musicale Omer Meir Wellber –. Abbiamo cercato di creare una stagione di

grande energia, collegando il programma sinfonico alle opere e ai balletti, e inaugurando con un

capolavoro “siciliano” come I Capuleti e i Montecchi di Bellini. Una produzione molto originale

con la regia del coreografo Idan Cohen che coinvolgerà anche il Corpo di ballo su cui il Teatro sta

facendo negli ultimi anni un grande investimento. Sarà una stagione molto creativa segnata da

grandi estremi, proprio come nella vicenda dei Capuleti e Montecchi. Con la stagione sinfonica

facciamo un grande salto in avanti rispetto alla qualità dei direttori e dei programmi che

richiederanno un grande impegno all’orchestra. Una delle proposte più importanti della stagione è

certamente “Tristano e Isotta” di Wagner, un’opera molto difficile e complicata che richiede un

grande impegno a ogni teatro al mondo, e così sarà anche per noi. Ma è anche uno dei momenti

più importanti nella storia della musica. E sono veramente felice perché a cantare Isotta a Palermo

sarà l’interprete più importante di questo ruolo nella storia dell’opera degli ultimi trent’anni, Nina

Stemme, che canterà da noi la sua ultima Isotta, prima di abbandonare il ruolo. Sono certo che

sarà un momento molto emozionante ma anche una grande occasione di richiamo per i turisti

internazionali”.

Dopo l’inaugurazione la stagione, prosegue, dal 15 al 23 dicembre 2023, con il Corpo di ballo

della Fondazione e con una nuova creazione, Biancaneve, danzata sulle note del celebre Concerto

n. 2 e della Rapsodia su un tema di Paganini di Rachmaninoff, rendendo così omaggio al grande

compositore in occasione dei 150 anni dalla nascita. Le coreografie originali sono firmate dal

direttore del Corpo di Ballo Jean-Sébastien Colau e da Vincenzo Veneruso che rinnovano il

loro sodalizio dopo il successo de Lo Schiaccianoci della scorsa stagione. Biancaneve è un

balletto classico, narrativo, che ripercorre e in parte riscrive la fiaba dei Fratelli Grimm,

Biancaneve e i sette nani, sostituendo il personaggio idealizzato del principe azzurro con il più

terreno cacciatore, che invece di strappare il cuore di Biancaneve, come ordinato dalla matrigna,

lo conquista e ne è ricambiato. Sul podio Danila Grassi, che torna a dirigere l’Orchestra del

Teatro Massimo per un balletto dopo Zorba il greco. Le scenografie, costruite nei laboratori del

Teatro Massimo sono di Apolonia Polona Loborec; i costumi di Cécile Flamand.

“Concluderemo in settembre la stagione 2022/23 con un balletto “Anna” legato al tema

drammatico della violenza sulle donne – dice Jean-Sébastien Colau, direttore del Corpo di

ballo del Teatro Massimo – e forse è per questo che ho voluto voltare pagina e proporre per la

stagione 23-24 drammaturgie più positive e sognanti, legate al mondo delle fiabe. Ho scelto tre

balletti che impegneranno i Tersicorei con tecniche di danza diverse: Biancaneve, la coreografia

che firmo insieme a Vincenzo Veneruso, sarà un balletto classico piuttosto tradizionale, « punte e

tutù », con l’immancabile intervento comico dei sette piccoli minatori; Cendrillon del coreografo

Thierry Malandain, è un balletto contemporaneo estremamente poetico, danzato dalle più grandi

compagnie al mondo con un successo straordinario; e per l’ultima coreografia, Peter Pan, ho

chiesto a due giovani talentuosi coreografi, Sasha Riva e Simone Repele, di creare per noi un

balletto contemporaneo molto vicino al Teatro-danza. Una stagione di fiabe per sognare insieme

al pubblico”.

Dal 20 al 28 gennaio 2024 la stagione prosegue con Rigoletto di Giuseppe Verdi,

nell’allestimento che nel 2018 ha segnato il debutto sulla scena lirica dell’attore e regista italoamericano

John Turturro, realizzato dal Teatro Massimo in coproduzione con il Teatro Regio di

Torino, l’Opéra Royal de Wallonie-Liège e la Shaanxi Opera House. Un allestimento che subito

prima della pandemia ha girato il mondo e che ora torna al Teatro Massimo seguito da Cecilia

Ligorio, giovane e affermata regista che aveva lavorato con Turturro cinque anni fa. Il podio

dell’Orchestra del Teatro Massimo vede il ritorno del Maestro Daniel Oren, beniamino del

pubblico palermitano e protagonista di spicco della scena lirica internazionale. Il cast, che è in

parte quello originale di interpreti scelti e apprezzati da Turturro, conta nel ruolo del titolo su una

star come il baritono Amartuvshin Enkhbat, nato in Mongolia e apprezzato per l’impeccabile

pronuncia italiana; già indimenticabile interprete del buffone di Mantova nel 2018, Enkhbat torna

a Palermo dove è stato anche un acclamato Tonio in Pagliacci, e si alterna nelle repliche con

Marco Caria. Mentre il Duca di Mantova è interpretato dai tenori Ivan Ayon Rivas, che già

giovanissimo aveva fatto parte del cast palermitano e vincitore del Premio Abbiati 2022, e Ioan

Hotea; Gilda è Giuliana Gianfaldoni che torna a Palermo dopo il successo di Don Pasquale e

nelle repliche è Caterina Sala. Negli altri ruoli Agostina Smimmero (Giovanna); Alexei

Kulagin (Sparafucile); Valeria Girardello (Maddalena); Massimiliano Chiarolla (Borsa);

Alessio Verna (Marullo); Italo Proferisce (Ceprano); Nicolò Ceriani (Monterone); Emanuela

Sgarlata (Contessa di Ceprano/Paggio). Le scene, di accuratezza cinematografica e che si

muovono tra gli splendori della corte e le nebbie padane, sono di Francesco Frigeri, i costumi

sontuosi sono firmati da Marco Piemontese, le luci da Alessandro Carletti. Coro, Corpo di

ballo e Orchestra del Teatro Massimo di Palermo.

L’omaggio a Puccini, nel centenario della morte, riporta dal 16 al 24 febbraio 2024 sul

palcoscenico del Teatro Massimo Madama Butterfly, nell’allestimento realizzato qualche anno fa

con il Macerata Opera Festival. La regia è di Nicola Berloffa che si discosta dalla drammaturgia

pucciniana trasferendo l’opera nel secondo dopoguerra in un Paese sottomesso all’occupazione

degli americani e facendo emergere il divario e lo scontro tra culture molto lontane. Grandi

interpreti nel cast, a cominciare dai due protagonisti, con il soprano Maria Agresta nel ruolo di

Cio-cio-san e Valeria Sepe nel cast alternativo, a Pinkerton interpretato dal tenore americano

Jonathan Tetelman e in replica da Ivan Magrì; nel ruolo del console Sharpless due giovani

baritoni emergenti, Simon Mechliński e Lodovico Filippo Ravizza; con loro Goro è Didier

Pieri; Zio Bonzo è Nicolò Ceriani; Suzuki è interpretata da Silvia Beltrami e dalla palermitana

Irene Savignano, che di recente ha debuttato come Amneris all’Opera di Roma; Yamadori è Italo

Proferisce. Le scene sono di Fabio Cherstich che ambienta l’azione in un teatro giapponese

affollato da marines che si contendono le geishe più belle, mentre i costumi sono di Valeria

Donata Bettella e le luci di Valerio Tiberi. Coro e Orchestra del Teatro Massimo di Palermo.

Dal 16 al 24 marzo 2024 torna in scena il Corpo di ballo del Teatro con una rilettura

contemporanea di un grande classico del repertorio, “Cenerentola”, con le musiche di Sergej

Prokofiev, nella pluripremiata versione coreografica di Thierry Malandain, tra i più interessanti

coreografi contemporanei, apprezzato per il suo stile contemporaneo-neoclassico. La sua versione

di Cenerentola è fedele allo spartito di Prokofiev e fa respirare tutta la magia della fiaba di

Charles Perrault ma con un approccio originale al tema del riscatto della fanciulla sola e

sfortunata. Abbandonate le vesti grigie di cenere, la nuova Cenerentola si trasformerà in una

moderna étoile della danza dopo avere affrontato un percorso pieno di paure, dubbi, ed

emarginazione che alla fine le regalerà amore, gioia e rivincita. “Attraverso la storia di

Cenerentola, attraverso le sue sofferenze, le sue emozioni, le sue speranze si scrive qualcosa di

universale – dice il coreografo –. È per dimenticare l’umanità che sanguina, l’ignoranza e la

stupidità umana, insomma per tentare di sublimare l’ordinario, che ho coreografato Cenerentola”.

Direzione musicale di Mojca Lavrenčič, che torna al Teatro Massimo dopo aver diretto Le

Corsaire. Corpo di ballo e Orchestra del Teatro Massimo di Palermo e allestimento dell’Opéra

Royal de Versailles / Château de Versailles, Orquesta Sinfónica de Euskadi, Théâtre National de

Chaillot, Opéra de Reims, Teatro Victoria Eugenia – San Sebastián, Estate Teatrale Veronese,

Lugano in Scena, Teatro Mayor de Bogotá, Artevent – Regione Veneto, Teatros del Canal –

Madrid, Théâtre Olympia d’Arcachon, Espace Jéliote – Scène Conventionnée CCPO d’Oloron

Sainte-Marie, Malandain Ballet Biarritz. Scene e costumi di Jorge Gallardo. Luci di Christian

Grossad.

Dal 14 al 21 aprile 2024 l’atteso ritorno di un’opera, Les pêcheurs de perles, che era stata

eseguita molto di frequente al Teatro Massimo tra gli anni Quaranta e Sessanta ma che riemerge

ora da un lungo silenzio. Scritta da Georges Bizet nel 1863, su libretto di Michel Carré e Eugène

Cormon, l’opera lirica in tre atti viene presentata nell’allestimento dell’Opéra National du

Capitole de Toulouse con regia e coreografia di Thomas Lebrun e con la direzione di Gabriele

Ferro. La vicenda si svolge sull’isola di Ceylon: il triangolo amoroso è complicato in questo caso

dalla forte amicizia che lega i due uomini, il tenore Nadir e il baritono Zurga, entrambi innamorati

della sacerdotessa Leïla ma decisi a rinunciare a lei. Di grande impatto scenico (prevede una

tempesta e un incendio), l’opera coinvolge Coro, Corpo di ballo e Orchestra del Teatro

Massimo. Il fiabesco allestimento di Thomas Lebrun, con le scene di Antoine Fontaine, i

costumi di David Belugou e le luci di Patrick Méeüs immerge lo spettatore in un mondo

incantato, con notti stellate, palme e divinità indiane che rispondono alle ipnotiche melodie di

Bizet. Nel cast il tenore Dmitri Korchak nel ruolo di Nadir, che torna a Palermo dopo il successo

ottenuto con Pollione nella stagione 2022-23; la parte, che richiede una dolcezza di timbro e un

controllo dei fiati eccezionali, trova in lui un interprete ideale dopo i grandi nomi del passato.

Accanto a Korchak la Leïla del soprano palermitano Federica Guida, che ritorna dopo il successo

come Musetta nella Bohème dell’anno scorso, il baritono Davide Luciano, altro giovane cantante

in costante ascesa, come Zurga, e il basso Ugo Guagliardo come Nourabad.

Dal 19 al 31 maggio 2024 il direttore musicale Omer Meir Wellber torna sul podio

dell’Orchestra per dirigere il nuovo allestimento del Teatro Massimo di Tristan und Isolde di

Richard Wagner. La regia è di Daniele Menghini; le scene di Davide Signorini, i costumi di

Nika Campisi, le luci di Gianni Bertoli, la drammaturgia di Davide Carnevali, drammaturgia

dell’immagine di Martin Verdross. L’opera di Wagner torna a Palermo dopo oltre 40 anni:

l’ultima recita era stata infatti nel 1982 al Politeama, mentre sulla scena del Teatro Massimo

bisogna risalire addirittura al 1960. I due titoli diretti quest’anno da Omer Meir Wellber sono

strettamente legati l’uno all’altro: Wagner infatti fu profondamente impressionato

dall’interpretazione di Romeo data da Wilhelmine Schröder-Devrient, cantante che fu poi la prima

interprete di Senta ne L’olandese volante e di Venere in Tannhäuser. Questo filo tra l’amore

infelice di Romeo e Giulietta e quello di Tristano e Isotta viene di nuovo teso a Palermo con

questo nuovo, visionario allestimento di Daniele Menghini che è stato assistente di Robert

Wilson, Davide Livermore, Graham Vick e per la stagione 2023 ha firmato il nuovo allestimento

di Carmen del Macerata Opera Festival. Il cast vede nella coppia protagonista due eccezionali

interpreti wagneriani, il tenore Stephen Gould e il soprano svedese Nina Stemme, cui nelle

repliche si alternano il tenore Samuel Sakker (Tristan) e il soprano Allison Oakes (Isolde). Il

cast è completato da un’altra voce eccellente del canto wagneriano e verdiano, Violeta Urmana,

nel ruolo di Brangäne, affidata a Irene Roberts per il cast alternativo, e dal Re Marke di Dmitry

Beloselskiy, altro interprete di altissimo livello, cui si affianca Maxim Kuzmin-Karavaev, e dal

Kurwenal di Andrei Bondarenko.

Con Lady, be good, di George Gershwin, in scena dal 18 al 25 giugno 2024, si chiude la prima

parte della stagione. Il musical di enorme successo internazionale, arriva al Teatro Massimo

nell’allestimento del Teatro della Zarzuela di Madrid, con la regia dello spagnolo Emilio Sagi,

le scene di Daniel Bianco, i costumi di Jesús Ruiz e le coreografie di Nuria Castejón che

saranno interpretate dal Corpo di ballo del Teatro Massimo. Lady, be good, debuttò nei

“ruggenti anni 20” al Liberty Theater di Brodway e fu il primo clamoroso successo di George

Gershwin che ne compose le musiche insieme al fratello Ira, autore dei testi delle canzoni come

Fascinating Rhythm, The man I love che diventarono presto il cavallo di battaglia di celebri

cantanti, ma anche grazie all’interpretazione di due straordinari interpreti come Fred Astaire e la

sorella Adele. Il musical arriva al Teatro Massimo dopo aver girato il mondo, con un cast di

specialisti ai quali si affiancheranno Orchestra, Coro e Corpo di ballo del Teatro. Sul podio

Timothy Brock.

L’omaggio pucciniano si conclude dal 21 al 29 settembre con otto recite di Turandot, in un

nuovo allestimento del Teatro Massimo con la regia di Alessandro Talevi, che aveva già

presentato a Palermo la sua regia di Roberto Devereux, e con scene e costumi di Anna Bonomelli

e luci di Marco Giusti. Sul podio un altro direttore che ha diretto spesso le formazioni del Teatro

Massimo, Carlo Goldstein. Il cast vede il ritorno del soprano Ewa Płonka, che dalla principessa

Abigaille di Nabucco passa a un altro ruolo impegnativo come Turandot; accanto a lei un’altra

Ewa polacca, Ewa Vesin. Il principe Calaf sarà affidato in alternanza a due dei più affermati

interpreti del ruolo, Yusif Eyvazov, tenore la cui risonanza internazionale è ormai a livello dei più

grandi interpreti, e Martin Muehle, il cui ultimo impegno al Teatro Massimo è stato per

Pagliacci nel 2019. Come Liù vi saranno Juliana Grigoryan, che è tra i soprani più ricercati del

momento dopo la vittoria al Concorso Operalia 2022 e che prossimamente debutterà al

Metropolitan di New York proprio in questo ruolo, e la palermitana Jessica Nuccio, che torna in

un nuovo ruolo pucciniano dopo la Bohème dell’anno scorso. Debuttano come Timur due tra le

più belle giovani voci di basso: Giorgi Manoshvili, che al Teatro Massimo ha trionfato come

Gremin in Evgenij Onegin pochi mesi fa, e Adolfo Corrado, che ha appena vinto il concorso

BBC Cardiff Singer of the World. Completano il cast Alessio Arduini (Ping), Matteo Mezzaro

(Pong e Principe di Persia), Blagoj Nacoski (Pang), Luciano Roberti (Mandarino).

Due recite, il 5 e 6 ottobre, per una nuova creazione per il Corpo di ballo del Teatro Massimo

su coreografia di Sasha Riva e Simone Repele, coreografi formatisi entrambi all’Accademia del

Balletto di Amburgo, dove hanno approfondito il repertorio di John Neumeier. Le musiche

eseguite dall’Orchestra del Teatro Massimo per accompagnare la storia di Peter Pan sono

quelle di Felix Mendelssohn, in particolare tratte dal Sogno di una notte di mezza estate: le

atmosfere incantate delle fate shakespeariane accompagneranno quindi le danze dei mille

personaggi usciti dalla fantasia di James Barrie: Peter, Wendy, Michele, i pirati, i bambini perduti,

“e tutti quelli che non hanno avuto la possibilità di diventare grandi”, a cui i coreografi dedicano

lo spettacolo. Scene e costumi sono sempre di Sasha Riva e Simone Repele, luci di Alessandro

Caso. Sul podio Keren Kagarlitsky.

Conclusione di stagione infine il 22 ottobre (con sei recite, fino al 29 ottobre) per l’opera che nel

1971 aveva inaugurato la stagione del Teatro Massimo con un evento epocale, che aveva svolto

un ruolo fondamentale nella Rossini Renaissance: Elisabetta, Regina d’Inghilterra di Gioachino

Rossini, opera drammatica e storica che per le tinte presagisce già le opere Tudor di Donizetti.

L’allestimento, con la regia di Davide Livermore, è stato realizzato in coproduzione con il

Rossini Opera Festival di Pesaro, dove è già andato in scena con grande successo, e vede la

vicenda dell’amore contrastato di Elisabetta I per il conte di Leicester, a sua volta innamorato di

Matilde ma timoroso di offendere la regina, e delle trame del duca di Norfolc, viene spostata in

un’ambientazione anni Cinquanta che riprende ambienti e costumi del regno di Elisabetta II, con

le scene di Giò Forma, i costumi di Gianluca Falaschi, le luci di Nicolas Bovey e il videodesign

di D-Wok. Sotto la direzione di Antonino Fogliani, a Orchestra e Coro del Teatro Massimo si

affiancherà un cast di grandi interpreti rossiniani, a cominciare dalla protagonista. Nel ruolo di

Elisabetta debutta infatti Nino Machaidze, che ritorna a Palermo dopo esservi stata a gennaio

commovente interprete di Violetta in Traviata, alternandosi con la giapponese Aya Wakizono; il

tenore Enea Scala, che aveva già affrontato il drammatico ruolo di Norfolc, farà invece il suo

debutto come Leicester, mentre sarà Ruzil Gatin a interpretare il suo antagonista. Nel ruolo di

Matilde si alterneranno Salome Jicia e Veronica Marini, giovane interprete anche lei al debutto;

infine vi saranno Martina Myskohlid nel ruolo en travesti di Enrico e Francesco Lucii come

Guglielmo.

I CONCERTI

La stagione concertistica si apre il 15 novembre 2023 con Giufà - Storie che viaggiano nel tempo,

un concerto che vede il direttore musicale del Teatro Omer Meir Wellber e il tenore turco

Mert Süngü impegnati insieme in un programma che spazia da Händel e Gluck a Verdi, abbracciando

brani della tradizione turca, sefardita, siciliana: protagonista è il personaggio di Giufà, lo

sciocco delle favole siciliane che avrebbe origini turche o nella tradizione ispano-giudaica. Al

tempo stesso ingenuo e astuto, Giufà diverte e fa riflettere con le sue verità enunciate in modo

candido e inopportuno.

Primo appuntamento con l’Orchestra il 30 novembre 2023 con l’Omaggio a Maria Callas con

l’Orchestra del Teatro Massimo diretta da Alessandro Cadario. Il soprano greco Myrtò Papatanasiu

farà rivivere le grandi arie di Verdi, Donizetti, Bellini e Puccini di cui Maria Callas è stata

interprete indimenticabile, in occasione del centenario della nascita della grandissima cantante.

Realizzato in collaborazione con la Comunità Ellenica Trinacria, il concerto sarà in coincidenza

con una mostra, sempre dedicata alla Callas, con opere dell’artista Nikos Floros.

Il 3 dicembre 2023 il direttore tedesco Hartmut Haenchen ritorna a guidare l’Orchestra del Teatro

Massimo in un programma che crea un arco che va dal primo classicismo maturo fino a

Brahms, il patrimonio ricchissimo di un genere che tocca la maturità con le ultime sinfonie di Mozart

e che poi non cessa di evolvere e crescere, fino appunto a Brahms, per poi proseguire su nuove

strade con Mahler: e non a caso Haenchen era stato a Palermo già nel 2018 proprio per dirigere

la Quinta di Mahler.

Un altro ritorno è quello di Ben Glassberg, già sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo a novembre

dell’anno scorso. Il 31 dicembre e il primo gennaio il giovane direttore inglese, direttore

musicale dell’Opéra di Rouen, dirigerà Orchestra e Coro del Teatro Massimo per concludere e

aprire l’anno in modo effervescente con il Concerto di San Silvestro e il Concerto di Capodanno,

con uno stesso programma ripetuto nelle due date con musiche di Leonard Bernstein, William

Walton, Jerry Bock, Richard Rodgers e Stephen Sondheim, il grande autore di musical

scomparso nel 2021. Con lui il soprano Lisa Habermann e il tenore Oliver Liebl.

Il 3 febbraio 2024 il concerto diretto da Umberto Clerici, attualmente direttore principale della

Queensland Symphony Orchestra in Australia, si riallaccia appunto al concerto diretto a novembre

2022 da Ben Glassberg: il programma dedica infatti una larga parte al repertorio del primo Novecento

francese, con i Nocturnes di Claude Debussy, trittico sinfonico per orchestra e coro femminile,

e la Valse di Maurice Ravel, mentre la prima parte del concerto sarà dedicata a Sergej Prokofiev

con il Concerto per violino n. 2 dove il solista sarà Silviu Dima, spalla dell’Orchestra del

Teatro Massimo, attivo con successo come solista e con il Trio Siciliano, e la composizione giovanile

Due cori op. 7, sempre per coro femminile e orchestra.

Un grande nome internazionale come Ingo Metzmacher giunge finalmente al Teatro Massimo il

2 marzo 2024 per dirigere la Terza Sinfonia di Gustav Mahler, con il Coro femminile, il Coro di

voci bianche e l’Orchestra del Teatro Massimo, contralto solista sarà Sara Mingardo. Composta

tra il 1895 e il 1896 ed eseguita solo nel 1902, la Terza di Mahler si ricollega alla Seconda, detta

“Resurrezione”, per l’atmosfera generale e soprattutto per la scelta di fare intervenire le voci.

Il 30 marzo 2024 il direttore onorario del Teatro Massimo Gabriele Ferro dirigerà un grande capolavoro

sacro di Gioachino Rossini, lo Stabat Mater, con l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo

e un quartetto di solisti che sono tra i più apprezzati interpreti rossiniani e belcantisti di oggi: il

soprano Carolina López Moreno, il mezzosoprano Vasilisa Berzhanskaya, il tenore Francesco

Demuro e il basso Luca Tittoto.

Prosegue la collaborazione della Fondazione con istituzioni ed enti del territorio: il 20 aprile, grazie

alla collaborazione con il Conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo, la stagione ospiterà il

concerto dell’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori, mentre il 25 maggio la formazione

ospite sarà l’Orchestra Jazz Siciliana – The Brass Group, storica istituzione palemitana con

la quale da anni procede un intenso rapporto di scambio che ha visto realizzare anche concerti insieme

con l’Orchestra del Teatro Massimo. Il concerto del 25 maggio sarà diretto da Domenico

Riina.

Uno dei concerti romantici per violino più amati, quello di Felix Mendelssohn, e la Settima Sinfonia

di Anton Bruckner saranno le composizioni eseguite il 28 aprile 2024 per il concerto

dell’Orchestra del Teatro Massimo diretta da Omer Meir Wellber. Il solista per il concerto di

Mendelssohn sarà il giovane violinista Daniel Lozakovich, nato a Stoccolma da padre bielorusso e

madre kirghisa, che a soli 22 anni vanta già un impressionante elenco di concerti con i più importanti

direttori nelle sale più prestigiose.

La collaborazione tra la Massimo Youth Orchestra e la JuniOrchestra dell’Accademia di Santa

Cecilia di Roma, iniziata nell’estate 2023 con i due concerti nella Sala Grande del Teatro Massimo

e al Teatro di Verdura e che avrà poi un secondo momento a gennaio a Roma, procede il 28

maggio 2024 con un concerto della Massimo Youth Orchestra diretta da Simone Genuini, direttore

della JuniOrchestra di Santa Cecilia. In programma musiche di Ludwig van Beethoven.

Ultimo concerto prima dell’estate sarà quello con Orchestra e Coro del Teatro Massimo sotto la

direzione di Gabriele Ferro, il 7 giugno 2024. In programma due Ottave, la celebre Sinfonia n. 8

in si minore "Incompiuta" di Franz Schubert e la Sinfonia n. 8 in Fa maggiore op. 93 di Ludwig

van Beethoven, a incorniciare il Nachtlied per coro e orchestra op. 108 di Robert Schumann,

opera di raro ascolto che affronta il tema del passaggio dalla vita alla morte; con questa pagina

prosegue il cammino di riscoperta delle opere più assorte di Schumann, che Gabriele Ferro aveva

iniziato qualche anno fa proponendo Das Paradies und die Peri.

Ultimo concerto di stagione il 3 novembre 2024 con Fabio Biondi, violinista e direttore palermitano

che con il suo ensemble “Europa Galante” è tra i più importanti interpreti di musica barocca.

Con l’Orchestra del Teatro Massimo eseguirà invece tre sinfonie di Wolfgang Amadeus Mozart,

la n. 39 in Mi bemolle maggiore, la n. 40 in sol minore e la n. 41 “Jupiter” in Do maggiore.

L’IMMAGINE COORDINATA

Si rinnova anche quest’anno la collaborazione con la Fondazione Palazzo Butera per

l’immagine grafica coordinata del progetto di comunicazione 2023-2024 che è stata affidata

all’artista inglese David Tremlett. “La serie dei trenta disegni che è stata scelta come base per

l’immagine della stagione 23-24 è stata pensata apposta per Palermo – dice Claudio Gulli,

direttore di Palazzo Butera - sono infatti i disegni preparatori ai controsoffitti di Palazzo Piraino,

il palazzo a fianco di Palazzo Butera, che diventerà il Centro Studi della Fondazione Palazzo

Butera. Saranno realizzati dall’artista inglese quando i lavori di restauro saranno completati, nel

2024. È quindi un’anteprima che permette alla città di vedere come un artista che ha al suo attivo

più di cinquant’anni di esperienze internazionali può aggiungere un ulteriore tassello, dopo i wall

drawings di Palazzo Butera. Il dialogo con il Teatro Massimo è infatti sempre un’occasione per

ragionare su un futuro della città sempre più innovativo e aperto alle sperimentazioni”.

La campagna abbonamenti della Stagione 2023-2024 di opere, balletti e concerti prenderà il via

l’8 settembre.

Lo scrittore palermitano Andrea Giostra nominato Membro Onorario del Museo Don Armando S. Reschini de Arte Contemporàneo di Sanford, Santa Fe, Argentina, che ha presentato alla 5^ Biennale di Genova le “Novelle brevi di Sicilia”

Il 10 luglio 2023 lo scrittore palermitano Andrea Giostra è stato nominato dalla direttrice, pittrice e curatrice italo-argentina Paula Reschini Mengoni, Membro Onorario del Museo Don Armando S. Reschini de Arte Contemporàneo di Sanford, Santa Fe, Argentina, che ha presentato alla 5^ Biennale di Genova le “Novelle brevi di Sicilia”.

 

Il Museo Don Armando S. Reschini de Arte Contemporàneo di Sanford, Santa Fe, Argentina, fondato in omaggio a Don Armando Sigifredo Reschini, Fondatore della Vittorio Reschini e hijos S.R.l, Marina Mercantile, Imprenditore, Distributore dei primi jeans Fiorucci in Sud America, figlio degli italiani Don Vittorio Reschini e Doña Irene Vinciguerra, ha solcato le acque più belle, diretto alla 5^ Biennale di Genova, dopo aver partecipato alla Pro Biennale di Venezia con la presenza di Vittorio Sgarbi.

L’esposizione di Genova, inaugurata il l’8 luglio 2023, si è conclusa con grande successo di pubblico e di critica, il 22 luglio.

Gli artisti e gli intellettuali selezionati dal Museo Don Armando S. Reschini de Arte Contemporàneo, spaziano tra le espressioni pittoriche di Argentina, Repubblica Dominicana e Brasile-Paraguay che trascendono l'utopia di vivere il sogno dell'arte italiana, in particolare in tre opere di arte visiva che hanno per tema l'arte spirituale calligrafica nella figurazione espressionista. Diretto dalla direttrice, pittrice e curatrice italo-argentina Paula Reschini Mengoni, le artiste internazionali JSomavilla (Dominicana) e Marcia Mesomo (Brasile-Paraguay), come in un ritorno agli sguardi europei, mostrano l'eco dei popoli originari della più bella e fresca America Latina.

Poi gli intellettuali e gli artisti selezionati dal Museo che da sponde opposte degli oceani, permettono agli spettatori, amici e soci del Museo Don Armando di immergersi nella profonda cultura italiana, nelle continue proposte della tradizionale Galleria Il Leone di Roma, attraverso le "Novelle brevi di Sicilia" dello psicologo, criminologo e scrittore siciliano Andrea Giostra; così come nelle opere pittoriche del Gran Maestro Caro di Milano nelle sue espressioni di amore, rispetto e tenerezza verso i gattini della terra, causa profondamente abbracciata dai illustri esponenti di un museo umano e vivente; oppure le fotografie di Roma dell'artista Alessandro Fagiolo; ma anche ampliano il sapore della cultura europea, nei racconti dell'autore e giornalista spagnolo Miguel Ángel Cáceres di Getafe, Madrid; oppure nei libri più singolari di artisti visivi e poeti che compongono la Biblioteca del Museo come il magnifico José DALÌ o il Maestro Hamlet Sauvage Max, tra i membri d'onore più importanti e significativi del primo Museo autonomo di arte contemporanea nella regione latinoamericana con il più alto tasso di discendenza italiana.

Attraverso queste opere del Museo, sia di arte visita che di letteratura, gli artisti, coautori della realtà, percepiscono insieme lo scorrere dell'amore e dell'arte nelle vene di un popolo planetario, che si universalizza nell'essenza della bellezza e nelle fluttuazioni circostanziali di tutti i tempi, che tracciano la storia presente e il futuro dell'umanità.

Accorciando le distanze tra un continente e l’altro, le opere e gli autori del Museo Internazionale Don Armando S. Reschini, fondato il 13 dicembre 2019, con la presenza del presentatore nazionale e musicista Don Quique Pesoa (nato a Sanford), del grande pubblico e della famiglia, rafforzano i legami culturali e fraterni in produzioni trascendentali come la mistica "Mission Mona Lisa III" (Roma-Parigi 2022), i "Diritti dell'anima" o nella rivista mensile di Arti, Scienze e Lettere "Essentiel" (che trovate in allegato) dove lettori e autori svaniscono e convergono sullo stesso punto di fuga.

Museo Internazionale Don Armando S. Reschini di Arte Contemporanea.

INFO E CONTATTI:

MUSEO INTERNACIONAL DON ARMANDO S. RESCHINI DE ARTE CONTEMPORÁNEO, SANFORD, SANTA FE. ARGENTINA:

museodonarmando@gmail.com

www.museoreschini.blogspot.com

Il Sorriso degli Dei

Un viaggio tra storia, archeologia, arte, paesaggi e ritualità

Prosa, incontri culturali, itinerari archeologico – paesaggistici, video e ricostruzioni in 3d. Il Parco archeologico di Tindari si svela in tutta la sua bellezza attraverso un concept che punta alla valorizzazione dei siti in modo trasversale.

Si chiama “Il Sorriso degli Dei” ed è la nuova rassegna, ad ingresso gratuito, lanciata dal Parco archeologico di Tindari, diretto dall’arch. Anna Maria Piccione, assieme alla direttrice artistica Anna Ricciardi e alla Proloco di Patti presieduta da Nino Milone. 

Tra i partner istituzionali i Comuni di Patti, Gioiosa Marea, Terme Vigliatore, Tusa, Acquedolci e il Consorzio intercomunale Tindari-Nebrodi. Storia, arte, paesaggio, divinità e ritualità rappresenteranno il file rouge di una narrazione che si dipanerà attraverso cinque dei dodici siti che compongono il Parco archeologico, dall’antica Mylae ad Alesa, conducendo i visitatori alla scoperta di un patrimonio storico, archeologico e paesaggistico ultramillenario.

Si tratta di un’edizione “zero” che si svilupperà nei weekend di settembre. Il primo evento si terrà alle ore 18.00 di sabato 2 settembre tra i resti dell’area archeologica e della cittadella medievale di Gioiosa Guardia, dove sarà possibile assistere alla ricostruzione in 3d dell’antico abitato grazie alla collaborazione stretta con Sicily Lab attraverso il prof. Antonino Saggio (università La Sapienza di Roma) e il dott. Michele Fasolo. L’happening scientifico e artistico culminerà alle 18.30 nella performance di Cinzia Maccagnano e Antonio Putzu. Il secondo appuntamento della rassegna, in programma sabato 9 settembre, farà tappa alla grotta di San Teodoro (Acquedolci), dove Andrea Tidona sarà Ulisse nell’antro di Polifemo.

Il 16 settembre la Villa Romana di San Biagio, a Terme Vigliatore, diventerà il palcoscenico dell’attore Elio Crifò in “Conversazioni con gli imperatori filosofi Adriano e Marco Aurelio”, mentre il 23 settembre a Tusa, nell’area archeologica di Alesa, il Coro Lirico Siciliano presenterà “Tre tenori in concerto”. Quinto e ultimo sito la Villa Romana di Patti Marina, dove “Il Sorriso degli Dei” approderà il 24 settembre con “E l’amore sorrise agli dei” (in scena Edoardo Siravo e Graziella Casali, con un’introduzione scientifica del dott. Michele Fasolo).

«Continua senza sosta – dichiara l’arch. Anna Maria Piccione, direttrice del Parco Archeologico di Tindari – l’opera di valorizzazione di questa grande e affascinante area territoriale protetta, scrigno di importanti testimonianze archeologiche. “Il Sorriso degli Dei” è il frutto della rete di contatti che in questi mesi abbiamo tessuto con il territorio e con i Comuni che orbitano intorno al Parco. È proprio grazie alla sinergia instaurata con Enti, università e associazioni che oggi raccogliamo i primi frutti, proponendo una rassegna di grande valore in ben cinque dei dodici siti archeologici. Grazie alla collaborazione con Anna Ricciardi la strada della valorizzazione dei siti è stata finalmente tracciata in modo netto». «La mission de “Il Sorriso degli Dei” consiste – spiega Anna Ricciardi – nel far riscoprire questi siti in una veste inedita a turisti e visitatori, senza la noia “dell’esserci già stati”. Non più gioielli archeologici statici, ma luoghi che prendono vita nelle suggestioni di attività artistiche e culturali in un incrocio emozionale tra le parole dell’epos e l’auctoritas dei monumenti».

«La Proloco di Patti – è il commento del presidente Nino Milone – ha voluto ancora una volta accettare e sostenere questa sfida culturale, che si concentra sulle origini dei territori. Per questo la relazione con le Proloco dei Comuni coinvolti è stato l’elemento distintivo de “Il Sorriso degli Dei”».